Home » Il segreto di Maurizio Sarri: il ritiro precampionato
News

Il segreto di Maurizio Sarri: il ritiro precampionato

Se il Napoli di oggi è universalmente riconosciuto come la squadra che gioca il miglior calcio in Italia (e tra i migliori in Europa) la ragione sta nel modo con cui Maurizio Sarri ha saputo insegnare ai propri uomini il suo spettacolare credo tattico.

Tecnologie avanzatissime (droni; video-analysis; studio di database) si fondono meravigliosamente con i metodi più antichi di insegnamento “da campo” (appunti scritti di proprio pugno, dal mister stesso, su improbabili foglietti di carta; urla disumane lanciate all’indirizzo di chiunque sbagli un qualsivoglia dettaglio; pacche di incoraggiamento sulle spalle di chi dimostra di ­applicarsi totalmente… il tutto, rigorosamente con la sigaretta accesa).

Il momento dell’anno in cui la fase di addestramento riveste l’importanza maggiore è, ovviamente, il ritiro precampionato.

E’ infatti in questo periodo che il Mister ha il tempo per plasmare, secondo i suoi dettami, i propri calciatori.

I movimenti e gli automatismi richiesti ai calciatori sono talmente curati in ogni singolo dettaglio che possono essere realmente memorizzati solo con una ripetizione maniacale degli schemi.

E’ questa la ragione per la quale Sarri ha chiesto

o   un ritiro in montagna della durata di 3 settimane (di gran lunga il ritiro dalla durata più lunga fra tutte le squadre Europee)

o   che al ritiro partecipi già la rosa completa (invitando quindi la Dirigenza partenopea a perfezionare i principali colpi di calciomercato estivo entro l’inizio di luglio).

Ragionando in quest’ottica si dovrebbe comprender bene,

o   perché per Sarri risulti laborioso inserire nuovi giocatori, pur se dotati di alto tasso tecnico (emblematici quest’anno sono stati gli esempi di Diawara, Rog, Maksimovic, Pavoletti)

o   perché i pochissimi nomi di acquisti che il mister ha esplicitamente richiesto alla Società sono esclusivamente quelli di giocatori da lui già allenati in passato (Hysaj, Zielinski, Tonelli ma anche Saponara, Vecino e Mario Rui per i quali il trasferimento non si è mai concretizzato).

Queste limitazioni nella turnazione della rosa, mai troppo gradite dal Presidente De Laurentiis, non hanno comunque impedito al Napoli di raggiungere il livello di calcio spettacolare ammirato quest’anno.

Quale è stato allora finora il vero limite di Sarri?

Certamente quello di non possedere l’abilità di cambiare la partita in corso d’opera, con cambi di modulo e di uomini, andando a stravolgere il piano d’azione originariamente preparato (che, per ironia della sorte, è invece la migliore caratteristica dell’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri).

Questa mancanza tecnica ha inoltre fatto sì che Sarri si sia dedicato (pur se a meraviglia) solo a un tipo di gioco, per cui, ogni volta che, in momenti di difficoltà, sono stati tentati dei cambi tattici la squadra ha, se possibile, peggiorato il proprio rendimento (spesso quindi i cambi tattici sono stati usati solo come mosse di disperazione, delle quali, peraltro, quasi sempre il Mister si è poi dichiarato pentito)

Se dunque il cosiddetto “Piano A” ha garantito (soprattutto begli ultimi 6 mesi di stagione) risultati strabilianti, è vero anche che la totale assenza di un “Piano B” può essere la causa della mancanza di quei punti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi massimi che questo Napoli ha il dovere di porsi.

Per puntare allo scudetto nella stagione 2017/2018 Sarri sa bene che:

o   il “Piano A” deve continuare a funzionare a meraviglia (per questa ragione ha chiesto fortemente la conferma in blocco dell’intera rosa)

o   deve essere costruito un “Piano B” che, pur se utilizzato solo all’occorrenza, non sia gestito “con improvvisazione” o “per disperazione” ma che sia una variante tattica di cui la squadra deve essere “completamente padrona”.

Va da sé che la costruzione del “Piano B” dovrà avvenire in buona parte nel ritiro precampionato ed è per questo che i due calciatori che più di ogni altro saranno protagonisti dell’estate saranno

o   ARKADIUSZ MILIK

o   PIOTR ZIELINSKI

rispettivamente la prima alternativa in attacco e la prima alternativa a centrocampo rispetto alla formazione titolare base (“quella del PIANO A”) vista all’opera nei mesi da dicembre a maggio del campionato 2016-2017.

Beffardo alle volte il destino.

I due calciatori polacchi sono infatti gli unici che in ritiro, quest’anno, non sarebbero voluti andare.

Il Napoli ha infatti impedito loro di rispondere alla convocazione per l’Europeo Under 21, in programma a partire dal 17 giugno… proprio in Polonia!

Soprattutto per calciatori di una nazione non di primissimo ordine nel panorama del calcio mondiale, un’emozione così forte, anche se a livello U21, difficilmente potrà essere vissuta in futuro.

Per MILIK, poi, oltre alle questioni sentimentali, ci sarebbe stato anche l’enorme vantaggio di poter tornare a sentirsi calciatore

dopo che a toglierlo dal campo ci ha pensato dapprima il grave infortunio al ginocchio che lo ha colpito in ottobre e poi l’inattesa esplosione di DRIES MERTENS al centro dell’attacco del NAPOLI.

Napoli “senza cuore”? Forse si.

Di sicuro però è un Napoli “col cervello”,

in quanto, Sarri sa bene che dalla qualità del ritiro di MILIK e ZIELINSKI dipenderà la buona riuscita dell’intero ritiro precampionato.

E dalla buona riuscita dell’intero ritiro precampionato dipenderanno le possibilità di trionfo.

 

Vittorio de Gaetano