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Ronaldinho: “Il Napoli è da Scudetto, io perfetto per uno come Sarri”

E’ stato uno dei più grandi calciatori della storia del calcio, uno di quelli che hanno fatto innamorare milioni di appassionati grazie a un gioco spettacolare a una capacità funambolica fuori dal comune. Parliamo di Ronaldinho, ex di Milan e Barcellona, intervistato dai colleghi de Il Mattino. Ecco alcuni passaggi delle sue dichiarazioni, riguardanti anche il Napoli e…lo Scudetto. 

Che ricordo ha della serie A?

«Un bellissimo campionato che ha in questi ultimi anni sta ritornando ai grandi livelli del passato».

Quando lei indossava la maglia del Milan, il Napoli lavorava per diventare una big. Ora il club di De Laurentiis e’ primo dopo sette giornate: puo’ vincere lo scudetto?

«Si, sta facendo un grandissimo lavoro. Sono anni che sta facendo bene e penso che quest’anno possa lottare con la Juventus per vincere. Sarri si sta dimostrando un grande allenatore e non mi stupisce che sia apprezzato così tanto anche in Europa».

Le sarebbe piaciuto essere allenato da lui?

«Certo, a chi non piacerebbe? E’ un allenatore che propone un gioco molto divertente: perfetto per i calciatori di grande fantasia. Il mio maestro In Europa e’ stato sicuramente Guardiola. Siamo rimasti grandi amici».

Guardiola ha ammesso che il Napoli fa il gioco piu’ bello d’Italia e tra i migliori d’Europa: cosa si aspetta dalla sfida di Champions?

«Un partita spettacolare, una sfida da sogno tra due squadre che giocano un calcio bellissimo e molto divertente. Un vero spot per il cacio europeo».

Mertens e Dybala sono stati inseriti nella lista dei candidati al prossimo Pallone d’oro: se lo aspettava?

«Sono due grandi giocatori e fanno cose straordinarie. Rappresentano uno dei volti piu’ belli del campionato italiano».

Le è piaciuta l’idea di Sarri di reinventare Mertens centravanti?

«Ha dimostrato di meritare questo ruolo. I numeri sono tutti dalla sua parte. L’allenatore ha fatto un lavoro fantastico per dargli le dritte giuste, ma non dimentichiamo le caratteristiche del giocatore. Anche io ho fatto a volte la punta centrale, quindi posso capire quanto sia stato bravo ad adattarsi a questo ruolo».