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Ventura: “Jorginho? Niente politica, ecco perché ci ho ripensato”

Jorginho

Puntuale, prevedibile. La prima domanda per il Ct Gian Piero Ventura nella conferenza stampa di oggi è stata infatti proprio sulla grande novità dell’ultima lista dei convocati: l’azzurro Jorginho. Il tecnico ha commentato così una decisione che il giocatore meritava da tempo: “Come ho più volte detto, non veniva chiamato perché c’era un modulo che non prevedeva il suo ruolo. Ora però siamo di fronte a una doppia sfida importantissima, in 72 ore ci giochiamo i mondiali e abbiamo la possibilità di fare delle scelte. Poi il suo ruolo nel Napoli è arrivato dopo un anno e mezzo di lavoro”.

Il tecnico si è poi espresso anche su un calcio italiani in crescita in Europa, proprio quando la Nazionale rischia un flop storico: “Il Napoli gioca con due soli italiani: Insigne e Jorginho. Fossero 11 italiani avrebbe un senso assoluto la domanda, ma così è difficile. Una volta c’erano i blocchi, con 7-8 italiani che andavano tutti in nazionale. Oggi, quando va bene, ce ne sono tre per squadra. Parliamo di un momento del calcio italiano un po’ particolare, dove il parallelo non regge”. 

A un quesito su Insigne, il mister ha replicato parlando dell’intera squadra: “Ho trovato un gruppo assolutamente e straordinariamente voglioso e motivato. Vorrei fare un gesto scaramantico, non lo faccio ora ma me lo riservo per dopo”. 

Giocare bene e non vincere, o giocare male ottenendo però risultati? (con riferimento al Napoli in Champions League) “Una volta a Sarri è stato chiesto se fosse disposto a smettere di fumare per vincere lo scudetto, lui rispose che avrebbe voluto comunque entrambe le cose. L’ideale sarebbe proprio questa: vincere giocando bene. Poi dipende da Paese a Paese, in Inghilterra per esempio se vinci giocando malissimo vieni esonerato. In Italia è il contrario: contano i risultati, tutto il resto viene dopo. In maniera così secca è antipatico rispondere, perché giocando bene si presume che si possa fare risultato ma vincendo si presume che non puoi averlo fatto giocando male. E’ un discorso astratto”.

Ancora su Jorginho: “Non c’è niente di politico, sta facendo bene. E’ qui per i motivi che ho detto prima”. 

Insigne imprescindibile? Il commissario tecnico ha risposto così:“Questa Nazionale non può prescindere da nessuno. Se sono qui, sono tutti in grado di dare un contributo importante. Non ci avventuriamo in discorsi che non hanno senso. Se avessi la certezza di vincere, metterei anche Donnarumma centravanti”.

 

 

Di Rosario Siviero