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Zaccheroni: “Il Napoli è come il Barcellona e la Juventus come il Real Madrid”

Alberto Zaccheroni ai microfoni de Il Mattino fotografa così la supersfida del campionato italiano che è anche quella tra Sarri e Allegri. «Il Napoli sembra il Barcellona, la Juve il Real Madrid. Gli azzurri puntano sul collettivo e affrontano la partita sempre con la stessa mentalità indipendentemente dall’avversario, i bianconeri invece si adattano nel migliore dei modi alle situazioni diverse».

Cosa ha in più il Napoli?
«Non avendo più la Champions può veicolare tutte le risorse mentali sul campionato e quindi mi aspetto una grandissima continuità. Gli azzurri non c’è bisogno di motivarli, per loro è l’occasione della vita e faranno di tutto per andare fino in fondo spinti da un entusiasmo speciale. Il Napoli sta vivendo un momento straordinario che non accadeva dai tempi di Maradona».

E la Juve?
«Un organico ampio che le consente di essere competitiva in campionato pur essendo impegnata in Champions League, la Juve ha due squadre. E poi la mentalità a stare ai vertici, l’abitudine a vincere, oltre al fatto che è più forte a livello individuale».

Quali fattori possono influire di più sulla lotta scudetto?
«Gli infortuni, se ne dovessero capitare diversi per lo stesso reparto. La Juve potrebbe essere distratta dalla Champions. E poi sul piano nervoso i bianconeri potrebbero spendere di più perché c’è maggiore concorrenza, nel Napoli invece giocano sempre i titolarissimi e inoltre è la Juve a dover rincorrere. Sarà una bella lotta fino all’ultimo ma in questo momento sono portato più a dire Napoli».

Quindi, lei benedice la filosofia dei titolarissimi di Sarri?
«Per fare un tipo di calcio come quello di Sarri è necessario puntare sui titolarissimi. La forza del Napoli sta nell’organizzazione, negli automatismi perfetti ad alta velocità e tutto ciò avviene solo se dai continuità alla stessa squadra, essendo impegnata in Champions League, la Juve ha due squadre. E poi la mentalità a stare ai vertici, l’abitudine a vincere, oltre al fatto che è più forte a livello individuale».

Quali fattori possono influire di più sulla lotta scudetto?
«Gli infortuni, se ne dovessero capitare diversi per lo stesso reparto. La Juve potrebbe essere distratta dalla Champions. E poi sul piano nervoso i bianconeri potrebbero spendere di più perché c’è maggiore concorrenza, nel Napoli invece giocano sempre i titolarissimi e inoltre è la Juve a dover rincorrere. Sarà una bella lotta fino all’ultimo ma in questo momento sono portato più a dire Napoli».

Quindi, lei benedice la filosofia dei titolarissimi di Sarri?
«Per fare un tipo di calcio come quello di Sarri è necessario puntare sui titolarissimi. La forza del Napoli sta nell’organizzazione, negli automatismi perfetti ad alta velocità e tutto ciò avviene solo se dai continuità alla stessa squadra, non puoi cambiare quattro-cinque uomini ogni partita. Parlo in base anche a quella che fu la mia esperienza con l’Udinese che giocava a memoria e riuscì ad arrivare terza nel campionato con le sette sorelle».

Diversa la filosofia di Allegri che fa ruotare tutti gli uomini della rosa: lei quale preferisce?
«Allegri è bravissimo a cambiare di volta in volta in base alla partita e alla condizione di forma dei suoi uomini. La Juve capitalizza al meglio le occasioni da gol e le linee di passaggio per arrivare in porta variano in continuazione, c’è grande imprevedibilità. Una filosofia molto efficace che sta portando da anni grandi risultati, io però mi rivedo più in quella del Napoli: mi piace di più l’idea di fare sempre la partita, attaccare gli spazi e il fatto che tutti debbano stare continuamente attaccati allo sviluppo del gioco».

Juve-Napoli, quanto peserà lo scontro diretto?
«Se continuano a stare così incollate potrà essere molto importante anche per gli sviluppi sul piano psicologico. Mancano però ancora tante partite».

Le prossime due giornate potranno essere decisive?
«Molto indicative. La Juve ha superato lo scoglio Toro in un momento delicato e ne esce rafforzata però l’Atalanta è sempre un brutto cliente, la trasferta di Cagliari non è tra le più semplici ma il Napoli ha una qualità di gran lunga superiore. Il vero turno spartiacque può essere quello successivo, l’incrocio con le romane. La Juve nelle ultime due partite ha perso contro la Lazio, la Roma se è in giornata può creare grandi problemi a tutte».

Insigne e Bernardeschi, due talenti italiani: il presente e il futuro della Nazionale?
«Non ci sono dubbi sul fatto che rappresentino il futuro dell’Italia, contiamo molto su entrambi che possono coesistere alla grande visto che giocano su fasce opposte. Giocano a piedi invertiti, proprio nelle posizioni dove possono esaltare le loro caratteristiche per convergere e tirare».

Altri due nomi: chi può essere determinante per Juve e Napoli?
«Faccio quattro nomi: Callejon e Mertens da una parte e Higuain e Dybala dall’altra. Non a caso ho nominato gli attaccanti perché alla fine la differenza la fai se riesci a buttare la palla dentro».

E Hamsik e Pjanic?
«Due giocatori fantastici, li vedrei benissimo insieme, a centrocampo li vorrebbero tutti».

Il Napoli ha preso gli stessi gol della Juve (15): il vero passo in avanti degli azzurri?
«La linea del Napoli difende alta e questo dà sicurezza maggiore a tutti per sviluppare il gioco fatto di pressing e velocità che porta poi a gol dopo azioni bellissime, come quello di Allan: avere incassato le stesse reti della Juve è un grande merito perché la qualità del reparto difensivo bianconero è elevatissima».

Fonte: Il Mattino