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AZZURRO SBIADITO – Erminio Rullo, il Roberto Carlos mancato

Erminio Rullo durante la prima intervista come calciatore azzurro

ERMINIO RULLO NAPOLI – Nella galassia dei giocatori del Napoli dell’era De Laurentiis pochissimi sono i campani (o i partenopei nello specifico) che hanno avuto l’onore e l’onere di vestire e difendere i colori della squadra e della città. Erminio Rullo, terzino mancino che in questi ultimi anni ha militato in Serie D nell’Olympia Agnonese, potrà raccontare un giorno alla sua prole – o quantomeno a parenti e amici – di essere stato uno dei pochi a ricevere questa investitura. Purtroppo per lui – e forse anche per le aspettative che i tifosi azzurri avevano rispetto alla sua avventura partenopea – le cose non sembrano essere andate esattamente per il meglio. E, pur non sfigurando nel periodo preso in considerazione, Rullo non può che essere considerato una vera e propria meteora della nuova storia calcistica del Napoli.

Erminio Rullo, il Roberto Carlos mancato del Napoli

Classe 1984, Rullo muove i primi passi da calciatore nella zona di Melito per poi farsi notare dal settore giovanile del Lecce. Il percorso, da lì in poi, sembra tutto in discesa: prima un prestito ai pari categoria dell’Inter con vittoria del titolo Primavera incorporata, poi altri due titoli proprio con i salentini (ironia della sorte, vinti proprio contro i nerazzurri in entrambe le occasioni). Nel 2003 firma la prima presenza da professionista con il Lecce, che diventa la sua casa: da quell’anno fino al gennaio del 2007, Rullo colleziona con la squadra pugliese 100 presenze e un gol in tutte le competizioni. Il terzino sembra essere davvero un giocatore validissimo e pare addirittura confermare il sontuoso e ottimista soprannome che gli venne affibbiato ai tempi della Primavera nerazzurra: Rullo Carlos. Poi, nell’inverno del 2007, arriva la chiamata più importante della vita del calciatore: il Napoli, la sua squadra del cuore, lo vuole per rimpolpare la fascia sinistra e dare concorrenza a Mirko Savini, magari con la possibilità di scalzarlo dalla squadra titolare. Rullo, come dichiarato in un’intervista rilasciata al sito gianlucadimarzio.com negli anni seguenti, non potè che accettare: “Mi dissero dell’interesse del Napoli per me, a gennaio. Non ci pensai troppo e dissi subito di sì, in virtù del mio essere un grande tifoso degli azzurri. A livello di carriera, però, fu una scelta sbagliata“. E, col senno di poi, è davvero impossibile dargli torto. Da sempre impegnato (prima con Delio Rossi e poi con Zeman) in una difesa a 4, Erminio Rullo si trova a dover interpretare il ruolo di esterno basso a sinistra nel 3-5-2 varato da Edy Reja. Inevitabilmente, il giocatore perde riferimenti e risulta fare una fatica immensa. Alla fine, nei 6 mesi del campionato di Serie B vissuto con il Napoli, Rullo collezionerà appena 7 presenze. Il Napoli ritornerà per la prima volta in Serie A dopo il fallimento e lo stesso Rullo si renderà protagonista di un assist per Calaiò nella penultima gara di campionato, vinta 1-0 proprio contro il Lecce (perché evidentemente far male alle ex era una prerogativa). La sensazione, però, è che il terzino sia un vero e proprio pesce fuor d’acqua della gestione Reja. E, difatti, anche nell’annata successiva in massima serie l’ex Lecce vedrà il campo soltanto in 4 occasioni, giocando lo stesso numero di partite anche in Coppa Italia. La cessione si rende così necessaria: il sogno di giocare (e fare la differenza) nel Napoli purtroppo non può continuare. “Ero un terzino abituato ad attaccare molto. Avevo sempre giocato in una difesa a 4 e improvvisamente mi ritrovai nel 3-5-2 di Reja e del Napoli, due modi di giocare letteralmente opposti. Il compito principale era quello di cercare Calaiò e Sosa con i lanci lunghi. Io ero un pesce fuor d’acqua e mi fu preferito Savini, che aveva caratteristiche più difensive e conosceva già il modulo. Furono mesi molto complicati: avevo rifiutato un’offerta della Fiorentina dalla Serie A pur di giocare in azzurro. Col senno di poi prenderei una scelta diversa, ma in quel momento era impossibile per me dire no”, spiegherà poi Rullo nell’intervista già citata.

Erminio Rullo durante un riscaldamento

Ritorni infelici

Il Napoli lo cede dunque in prestito alla Triestina, per dargli la possibilità di rilanciarsi e mettere minuti nelle gambe. Il ragazzo gioca 36 gare totali con il club, per poi tornare in azzurro dal prestito con la speranza che le cose potessero cambiare. Così non fu, perché Rullo trascorse quasi da separato in casa un altro anno e mezzo al Napoli, con una sola presenza collezionata nel finale di stagione 2009-2010. Così, alla fine del campionato, passa a titolo definitivo al Modena, dove però resta una sola stagione. In seguito, Ermino Rullo cerca un altro ritorno eclatante, stavolta al Lecce nel 2013. In due stagioni, però, colleziona meno di 20 presenze. Negli ultimi anni veste le maglie di Messina e Martina Franca, prima di ritrovarsi – per l’appunto – all’Olympia Agnonese. Nonostante il suo animo nobile da tifoso, Erminio Rullo non è mai riuscito a diventare il Roberto Carlos del Napoli e, in generale, del calcio italiano. Una scelta di cuore pagata in maniera fin troppo salata che, col senno di poi, gli ha regalato una carriera non all’altezza delle speranze iniziali.