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Ups, Turco: “Cerco Napoli tra la gente. Sogno un goal alla Koulibaly!”

UPS TURCO NAPOLI  – Lo scorso 7 maggio la celebre fiction italiana Un Posto al Sole ha festeggiato le sue 5000 puntate diventando, dopo 21 anni, la fiction più longeva d’Italia! Tra i protagonisti che da anni animano e fanno compagnia alle centinaia di migliaia di famiglie italiane c’è Luca Turco che più di tutti è letteralmente cresciuto nella soap partenopea. Oggi Luca compie 28 anni, entrato nel cast all’età di nove anni, l’attore originario di Torre del Greco è cresciuto con il mito del Napoli cucito nell’anima, ma com’è nata questa passione? Ce l’ha raccontato in una bella e lunga intervista esclusiva per gonfialarete.com.

Luca Turco, il Napoli è…Un posto al sole!

Il Napoli ha concluso da poco un campionato strepitoso, ricco di emozioni. Tanti traguardi raggiunti e tanti record battuti. Cosa ti lascia questa stagione?

“Mi lascia tanta speranza per il futuro ma un pizzico d’amaro in bocca: la partita della Juve a San Siro contro l’Inter credo abbia condizionato la lotta Scudetto”.

Oltre a Juventus-Napoli la partita che più ti ha emozionato?

“In assoluto la rimonta sulla Lazio, è stata una partita magica con giocate da fuoriclasse. La discesa di Zielinski che ha dato il via al tocco vellutato di Mertens è per me il gol più bello della stagione del Napoli”.

Ti aspettavi che il matrimonio tra Sarri ed il Napoli finisse così e che De Laurentiis ingaggiasse l’allenatore italiano più vincente di sempre?

“Non mi aspettavo sicuramente l’arrivo di Ancelotti, ma la sensazione che il ciclo di Sarri fosse finito quest’anno l’avevo già all’inizio della stagione. È stato magistrale: è arrivato in una realtà molto più grande di quella a cui era abituato, ha stravolto i meccanismi del Napoli. Il 4-3-3 è stata la chiave del suo gioco e se Higuain prima e Mertens dopo sono diventati tra i migliori al mondo, lo devono anche a Sarri”.

Che mercato ti aspetti dal Napoli?

Mi aspetto un mercato coerente con quelli degli anni precedenti: prendere giovani pronti sul punto di esplodere. Non mi aspetto nessun top player, né alcuna spesa per giocatori con contratti sopra i nostri standard a patto che non ci sia qualche super cessione. Mi è sempre piaciuto il mercato del Napoli, non a caso quasi tutti vengono rivenduti poi con una plusvalenza importante!”.

Parlando del tuo lavoro: da tanti anni sei nella famiglia di Un posto al sole, come reputi la tua crescita personale e come immagini il tuo futuro?

“Sono da quasi 20 stagioni nel cast, ho avuto una crescita sia lavorativa che di vita. Ero un bambino, ora sono un giovane uomo. Con il tempo ho preso consapevolezza dei miei mezzi, delle mie potenzialità ma anche dei miei difetti. Ed è per questo che ho avuto il bisogno di iniziare a studiare recitazione (e tutte le sue forme) per migliorarmi e per provare a fare cose diverse rispetto a quelle a cui sono abituato”.

Hai molte passioni Luca…

“Ho tante passioni. Ma sono soltanto hobby per ora. Dalla fotografia, la grafica, la regia. Prestissimo apriremo un piccolo studio produttivo, tutto Made in Napoli e under 30, in questa squadra c’è anche Raffaele Imparato, attore di Un posto al Sole e amico al quale sono molto legato. Vengo da una famiglia di artisti, mio padre è uno scultore e anche mio fratello è laureato all’Accademia d’arte. Siamo una famiglia normalissima ma con una stravaganza interiore, sono stato sempre abituato a dar sfogo ai miei pensieri e ad ogni forma di espressione, qualunque essa sia! Certo, la mia passione più grande resta Giorgia, è lei la forma d’arte più bella che ho mai visto!”.

Solitamente dove segui la squadra del tuo cuore?

“In Curva A, cerco di andar ogni volta che posso, anche quando ci sono partite meno importanti, quelle in cui siamo in 15mila a cantare per i colori del Napoli”.

Che rapporto hai con la città di Napoli?

“Ho un rapporto contrastante. Delle volte mi sta stretta, le trovo mille difetti. Però l’amo profondamente. Lo noto quando torno a casa mia, a Roma. O quando mi capita di girare per le strade di un’altra città. Cerco Napoli tra la gente, tra le strade di altri posti. E c’è sempre qualcosa di lei, ovunque”.

Facciamo finta per un momento che tu sia un calciatore in rampa di lancio e che il direttore sportivo azzurro ti chiami per giocare nel Napoli: che cosa gli risponderesti e, soprattutto, come ti immagineresti un tuo goal? 

“Gli risponderei che ha appena realizzato il sogno della mia vita, che mi ammazzerei di sudore e fatica anche solo per sedere un’intera stagione in panchina. Ovviamente mi piacerebbe segnare alla Juve, al 90′ alla Koulibaly. Ma non allo Stadium, bensì al San Paolo. Così potrei andare sotto la curva e cercare il mio posto con lo sguardo”.

Sei scaramantico? I tuoi riti prima di girare qualche scena e prima di vedere le gare del Napoli…

“Sì,sono scaramantico e ho i miei piccoli riti. Prima di girare inizio a far tanti esercizi per sciogliere i muscoli facciali, la voce e il fiato. Per quanto riguarda le partite ho una maglietta di Hamsik che indosso quando sono a casa, oppure inizio a cantare i cori da solo quando non sono allo stadio”.

Hai mai incontrato calciatori del Napoli?  

“Ho incontrato Mertens, Milik e Hamsik e ho girato delle scene da piccolo con Paolo Cannavaro. Vorrei incontrare Insigne, e dirgli di portare in campo quella rabbia che ha delle volte quando lo sostituiscono, di rispondere a gli insulti o alle critiche gratuite con i piedi. È un giocatore con una classe ed eleganza rarissima, sono sicuro che può dimostrare di essere ancora più forte di quello che tutti noi crediamo”.

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“Il calcio è solo uno sport”… beh forse si, il calcio lo è, ma il tifo… quello no! La squadra del cuore non è solo una squadra, non è composta solo da undici persone che sono in campo per poco più di novanta minuti cercando di buttare il pallone nella porta avversaria… La squadra è la rappresentazione della proprio terra: è lo specchio sociale della città di cui porta il nome. In un paese dove ogni islamico è un terrorista, ogni persona di colore scuro è uno spacciatore, ed ogni napoletano un delinquente, il calcio diventa un modo per riscattarsi. I calciatori che indossano quella maglia, la mia maglia, hanno tra le mani (anzi tra i piedi ?) il potere di far emozionare, soffrire e piangere un intera popolazione. Sarebbe facile tifare per una squadra vincente, piena di trofei, vivere solo di vittorie… per me però sarebbe un po’ come voltare le spalle ai valori legati alla mia città, alla mia terra, alla mia squadra, alla mia vita… . . “…Non c’è partita sconfitta nè diffida che ti possa tenere lontano dal mio cuor.” Sarò sempre con te e tu sempre in me, love you . . @driesmertens @officialsscnapoli . . . . . . . ???????????? #fede #questionedicuore #napoli #mertens #calcio #calcionapoli #ovunquetusia #curvaa #ciruzzo #tiamo #magliaazzurra #terramia #squadra #11leoni

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In Russia ci sono i Mondiali, ma non c’è l’Italia. Come spieghi questo fallimento? Ti aspetti che il movimento italiano possa ritornare ad esser grande?
 
“Il movimento italiano è già tornato grande, basti guardare il nostro campionato, quanti soldi spendono le squadre. Io conto almeno 7 ottime squadre di cui 3 tra le migliori al mondo. Ci sono giocatori importanti e la corsa per tutti gli obiettivi del campionato, in tutti i reparti, è molto più appassionante rispetto ad altri tornei! La Juve è arrivata sempre lontano in Champions, quest’anno anche la Roma. Speriamo l’anno prossimo tocchi al Napoli!”.

Di Ilaria Mondillo