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Piatek? No, Kouamé! Napoli, occhio al piccolo fenomeno

Kouamé

Kouamé Napoli – Per chi pensa al rossoblu del Genoa in una stagione nella quale il club sta cercando, ancora adesso, una sua quadratura, l’uomo principale della rosa sembra essere quel Piatek a cui tanti hanno già applicato le stigmante del bomber di lusso. Come spesso capita, però, c’è chi attraverso un lavoro meno appariscente, forse più oscuro (ma non per questo meno importante) riesce a imprimere un segno che può diventare indelebile. Perché il Genoa non è soltanto quello dell’attaccante polacco ma anche feudo di Christian Kouamé, classe 1997 e una voglia matta di spaccare il mondo e infrangere la barriera del suono. Scatto letale e felino, completezza nella realizzazione e visione di gioco in grado di lavorare per la squadra: all’ivoriano hanno messo i panni dell’underdog ma le qualità sembrano quelle di un campione del futuro.

Napoli, tieni d’occhio Christian Kouamé

Spesso abbiamo ripetuto che i numeri non mentono mai. Così è anche per il giovane attaccante: solo 2 gol in 12 presenze, certo, ma anche 3 assist decisivi (tra cui quello contro la Juventus per Bessa). Sempre al centro della manovra, sempre punto di riferimento per consentire al compagno di reparto un lavoro migliore: “senso del sacrificio” non dev’essere un’espressione banale per un ragazzo che, sin dalle giovanili, si è visto sbattere in faccia tante troppe, persino troppe.

Come appurato dalla nostra redazione, la storia del ragazzo sembra – sotto questo aspetto – un po’ travagliata. Kouamé fu portato in Italia dal Prato, tramite una sinergia tra il patron Toccafondi e l’ex calciatore ivoriano Akassou. Il ragazzo fu in seguito scartato da diverse compagini. Alcune circostanze paiono abbastanza eclatanti: il Sassuolo, per esempio, rinunciò a riscattarlo nonostante l’esborso necessario fosse pari alla misera (calcisticamente parlando) cifra di 150.000 euro. Anche l’Inter, che lo tenne nel settore giovanile per qualche tempo, lo rispedì in seguito al mittente. Tornando a Toccafondi, peraltro, quest’ultimo vanta un’amicizia decennale con Giuntoli: lui e il ds azzurro, infatti, avevano frequentato insieme le scuole e lo stesso Giuntoli aveva militato nel Prato da calciatore. Al dirigente del Napoli Toccafondi aveva parlato di Kouamé in tempi non sospetti ma, alla fine, il patron è riuscito a convincere per primo il Cittadella a puntare sul ragazzo. Proprio in quel club Kouamé avrà una prima esplosione, che finirà per folgare il Genoa.

Chi conosce bene le qualità del calciatore ne parla in maniera esemplare. Impossibile non fidarsi delle parole di Roberto Venturato, allenatore del Cittadella, che ha parlato ai microfoni di “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma, nella trasmissione odierna in onda su Radio Marte: “Kouamé ha qualità fisiche e tecniche molto importanti, lo si vedeva già quando era giovanissimo, merita ampiamente la Serie A. Inoltre ha grandi qualità morali, lavora e suda per ottenere ciò che vuole. A me ricorda molto Asprilla, perché è veloce e sa stare in gruppo. A livello di ruolo lo vedo meglio come seconda punta, anche se per la fisicità può alternarsi e fare la prima. Ovviamente può ambire anche a una squadra migliore del Genoa ma dovrà impegnarsi tanto perché la Serie A è un campionato difficile e bisogna conquistarsi ogni cosa”, queste le parole del tecnico.

Sotto molti aspetti, dunque, seppur accompagnato da un’età ancora tenera Kouamé sembra già essere una garanzia. Che il Napoli possa tenerlo d’occhio è la speranza: a volte sono proprio gli underdog a stupire di più.