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Maradona: “Voglio tornare a Napoli libero e tranquillo. Higuain? Non è solo colpa sua”

Diego Armando Maradona ha rilasciato una lunga intervista al settimanale L’Espresso, e l’ex calciatore del Napoli è in Italia per partecipare alla Partita della Pace che si terrà a Roma il 12 ottobre. Vi proponiamo uno stralcio delle sue dichiarazioni: “Non sarà la Guardia di Finanza a mettersi tra me e l’affetto della gente, specie dei napoletani. Questo è impossibile, non ci riuscirà nessuno. Voglio tornare a Napoli quando voglio, libero e tranquillo. E voglio vedere il Napoli campione”.

De Laurentiis cederà al fascino dell’Oriente?

“So che sta facendo missioni in Cina per cercare di diffondere il marchio Napoli. Su questo non ho molto da dire né ne sono scandalizzato. La figura del presidente rispetto ai miei tempi è molto cambiata: prima poteva essere pure un tifoso un po’ più ricco, oggi c’è bisogno che faccia l’imprenditore. Eppure sono abbastanza scettico su figure lontane, lontane geograficamente e lontane dalla storia di una società, dai suoi tifosi e dal suo ambiente, che il calcio lo vivono solo come business”.

Che pensi di Higuaín alla Juve?

“Da tifoso azzurro mi è dispiaciuto che Gonzalo sia andato a stare da una rivale diretta come la Juventus. Ma non si può neanche dare la colpa solo al giocatore. Perché il giocatore ha le sue responsabilità, ma i colpevoli sono sempre quelli che fanno gli affari. Nessuno pensa ai tifosi. Peccato che la Fifa continui a dormire su questi fatti, come in molti altri”.

Tu hai rifiutato molte volte la maglia bianconera…

“L’avvocato Agnelli mi corteggiava come potrebbe fare un innamorato con una donna. Mi disse che aveva offerto 100 miliardi di lire a Ferlaino e di mettere io la cifra sul mio assegno. Io gli risposi che non avrei mai potuto fare questo affronto ai napoletani perché io mi sentivo uno di loro, che non avrei mai potuto indossare in Italia altra maglia se non quella del Napoli. E poi, dato che era stato gentile, per farlo sorridere gli dissi anche altro”.

Ovvero?

“Gli ho risposto: Si, caro avvocato, potrei pure venire. Peccato che dopo l’affare sia io che lei dobbiamo abbandonare l’Italia. I tifosi napoletani ci avrebbero ammazzato”.