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Partiti per coronare un sogno, saranno ricordati per sempre come leggende

Domani sera lo Chapecoense sarebbe dovuto scendere in campo a Medellin, in Colombia, contro l’Atletico Nacional per quello che per la piccola squadra brasiliana era il sogno di una vita, l’andata della finale di Copa Sudamericana, l’equivalente della nostra Europa League. E, invece, il nome della rosa biancoverde è passata alla storia e vi resterà per sempre per ben altri motivi che nelle menti di tutti rievocano la tragedia del Grande Torino del 1949.

La storia della Chapecoense è una favola con un destino crudele. Sette anni fa, nel 2009, questa squadra di una cittadina industriale brasiliana con poco più di 200mila abitanti giocava nell’equivalente della nostra serie D. Una scalata memorabile l’ha portata fino alla prima divisione nel 2014 e per la prima volta, quest’anno, a giocarsi un titolo importante come la Copa Sudamericana, pari alla nostra Europa League. Era la loro prima finale. Mercoledì dovevano affrontare nella finale di andata l’Atletico Nacional di Medellin, fra i tifosi, alcuni dei quali su quel maledetto aereo, si respirava un’aria di speranza mai vista prima, nonostante la Chapecoense fosse al momento nona in classifica.

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In questo terribile disastro anche la notizia di Thiaguinho, giocatore del Chapecoense che prima di partire per la finale aveva ricevuto una sorpresa: ben presto sarebbe diventato papà.

Ma fra la morte, il dolore e le macerie c’è anche la speranza: il difensore Alan Ruschel, con un’anca semi rotta e ferito, ha abbracciato i vigili del fuoco e gli operatori di soccorso chiedendogli di ritrovare il suo anello nuziale, di dire alla moglie che lui era ancora vivo.

Di 81 persone a bordo, circa la metà composta dalla squadra, soltanto in cinque sono sopravvissuti (si parla di un sesto ma si attendono conferme): il 27enne Alan Ruschel, il portiere Jakson Follmann, Helio Zampier Neto, una persona di cui non si conosce al momento il nome e la hostess Jimena Suárez.

Tutti gli altri, secondo le autorità che hanno sospeso le ricerche per forti piogge e maltempo, sarebbero morti. In tutto 76 vittime.

Le tragiche vicende hanno determinato l’annullamento della Coppa sudamericana, anche se il desiderio del club colombiano è che lo storico percorso degli sfidanti non resti vano, tanto da chiedere alla Conmebol che il trofeo venga assegnato alla Chapecoense. La richiesta è stata avanzata dal presidente dell’Atletico Nacional e appoggiata all’unanimità dalla squadra. La Confederazione sudamericana del calcio non ha ancora deciso, ma ha comunicato che prenderà una decisione “entro la fine dell’anno“.

Da tutto il mondo dello sport sono arrivati messaggi di cordoglio:

«Da oggi sono un tifoso della Chapecoense. Il mio cordoglio va alle famiglie dei giocatori del Chapecoense, al Brasile, a tutte le persone che hanno perso la vita in questo tragico incidente -prosegue il pibe de oro-. Purtroppo questi ragazzi, che si sono fatti strada con forza nel mondo del calcio, hanno preso l’aereo sbagliato. Da oggi sono un tifoso della Chapecoense».

 

Di Ilaria Caterina Mondillo