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Gabbiadini: “Sarri? Preferisco chi parla in faccia. Con Benitez vinti due trofei, il gruppo era unito”

Manolo Gabbiadini ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport, noi vi proponiamo uno stralcio. Si parte dal momento magico che sta vivendo: “Tutto bello, tutto fantastico, ma sono il primo a tenere i piedi a terra. Il calcio è strano: all’improvviso voli verso il cielo e altrettanto rapidamente vai giù in picchiata. Però sarei bugiardo se dicessi che mi aspettavo un inizio come questo”.

La chiave di lettura del suo avvio boom in Inghilterra?
“Ho capito subito che quassù ci sono meno rigidità. Dopo tre allenamenti, sono stato buttato nella mischia. In Italia c’è invece molta prudenza. Qui no, ti mandano subito al fronte”.

L’impatto con Claude Puel?
“Ottimo. Mi ha chiesto di giocare da centravanti puro, di puntare sempre il primo palo. Il gol dell’1-2, quello sul cross di Ward-Prowse, è figlio di questa logica”.

https://www.youtube.com/watch?v=gIKUkkPoFf8

Che cosa non ha funzionato a Napoli?
“La mia esperienza a Napoli va divisa in due momenti. I primi 6 mesi con Benitez le cose funzionarono bene. Il gruppo era davvero unito. Benitez fece una scelta coraggiosa, ma importante: applicava in modo scientifico il turnover. Tra campionato e coppe varie, si giocava ogni tre giorni e c’era spazio per tutti. Le cose sono cambiate con l’arrivo di Sarri”.

Che cosa è successo con Sarri?
Sarri ha scelto d’intraprendere un’altra strada: punta sempre sugli stessi. Gli altri devono fare anticamera. C’è una linea ben marcata tra titolari e riserve. E’ una politica anche questa, ma è chiaro che chi resta fuori alla lunga non può essere contento”.

Nel suo caso però deve esserci qualcosa di più.
“Considero Sarri uno dei migliori allenatori in assoluto con i quali ho lavorato, ma con lui non è mai scoccata la scintilla. Per me la sincerità e i rapporti umani vengono prima di qualsiasi altra cosa. Mi piacciono le persone che ti dicono le cose in faccia. Per me è una regola di vita fondamentale: vale non solo nel calcio, ma anche nella sfera privata”.

Traduzione: bene con Benitez, male con Sarri.
“La politica di Benitez ha portato al club una Coppa Italia e una Supercoppa. Non credo che la sua strategia fosse sbagliata”.

A Southampton è riuscito a mettersi alle spalle il periodo napoletano?
“Napoli resta un’esperienza fondamentale nella mia vita. Non la considero un fallimento, perché quando hai segnato 25 gol nelle mie condizioni sei in pace con la tua coscienza. Sul piano umano Napoli mi ha arricchito. Ho conosciuto una splendida città e mi sono creato rapporti di amicizia che resteranno nel tempo. Napoli mi ha lasciato qualcosa d’importante”.

I complimenti di José Mourinho?
“Quando un personaggio come lui ti viene incontro, ti stringe la mano e ti dice “Sei stato bravissimo, hai segnato due gol da fenomeno”, senti qualcosa di particolare dentro di te. Mourinho è una persona speciale, e non solo per i successi ottenuti da allenatore. E’ carismatico”.