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Adam Ounas: quando il ferro va battuto finché è caldo…

A quattro mesi di distanza dall’inizio della stagione, Adam Ounas ha collezionato per la prima volta 75 minuti consecutivi, cioè poco meno di quanti ne aveva totalizzati complessivamente nelle sedici settimane precedenti. E’ un dato di per se indicativo dell’utilizzo, anche piuttosto lapalissiano, che Maurizio Sarri ha fatto di Ounas, giocatore di belle speranze ma ancora “anarchico” secondo il tecnico toscano.

Un impiego, quello dell’algerino, richiesto a gran voce dall’opinione pubblica, stanca di vederlo sempre relegato in panchina e soprattutto curiosa di vederlo all’opera, di capire chi davvero fosse ‘sto ragazzo, uno dei pochissimi (due) volti nuovi arrivati dal mercato estivo.

Premessa: lo scenario della Coppa Italia (diciamocelo, terza competizione in ordine di importanza) sembrava quello più adatto per concedere spazio ad Ounas, specie se affronti l’Udinese al San Paolo. E infatti Sarri, rivoluzionario sì ma poco sorprendente, lo ha gettato nella mischia. Risultato? Una gara tutto sommato sufficiente, con qualche sprazzo vivace, un paio di conclusioni dalla distanza e poco altro.

La sensazione è che l’algerino sia davvero un giocatore ancora anarchico dal punto di vista tattico (il che è anche fisiologico vista la difficoltà degli schemi di Sarri e la precedente esperienza in Ligue 1 del calciatore, non esattamente il campionato più tattico del mondo). Ma anche che l’ex Bordeaux debba crescere parecchio sul piano tecnico e decisionale, nella gestione dei momenti della partita. Tutto giusto, tutto naturale. Un ferro caldo ancora da battere, né promosso né bocciato. Ma rimandato, quello senza alcun dubbio. Solo non chiedeteci quando lo rivedremo…