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Gianello: “La combine Samp-Napoli? La mia era una battuta, mi hanno trattato come un delinquente”

MATTEO GIANELLO NAPOLI – Dalla C alla A, sette anni con la maglia azzurra: Matteo Gianello, ex portiere azzurro, ha vissuto momenti indimenticabili a Napoli, nel bene e soprattutto nel male. Condannato in seguito allo scandalo calcioscommesse nel 2012, Gianello è tornato a parlare di quel periodo e lo ha fatto ai microfoni della Rai.

“Per una battuta mi hanno trattato come un delinquente…”. 

“Un dirigente del Napoli mi avvisò e mi disse di andare in Procura, dove mi avrebbero posto qualche domanda. Dopo un colloquio durato più di sette ore, i magistrati mi accusarono di combine. Samp-Napoli? La mia era una battuta, dissi «Domenica andremo a pareggiare, tanto è l’ultima, prenderemo un po’ di sole». Poi, nego qualunque altra dichiarazione a me legata. Mi hanno trattato come un delinquente, sostenevano addirittura che conoscessi figli di boss, ma erano tutte menzogne”. 

“Con il Napoli c’era un accordo per rinnovare, ma mi hanno scaricato”.

“In quel periodo c’era un accordo con il Napoli per rinnovare, ma in seguito alle indagini, la società non si fece più sentire. Così, rimasi difatti in un limbo, mentre attendevo il procedimento penale. L’anno successivo la Procura Sportiva mi convocò e ammisi di aver avuto contatti con alcuni scommettitori per una combine su Sampdoria-Napoli. Ripeto, la mia era soltanto una battuta, come quelle che si fanno al bar. A dicembre, fui imputato di slealtà sportiva e omessa denuncia al processo”.

“Il calcio mi ha dato, il calcio mi ha tolto: sono stati mesi difficili”.

“In seguito, fui allontanato completamente dal mondo del calcio. Sono stato squalificato per 20 mesi, per poco non sono caduto in depressione. Tutti i miei affetti erano svaniti. Sono stati mesi molto difficili, mi sentivo continuamente osservato, come se qualcuno mi osservasse dalla finestra. Smisi di seguire qualunque campionato, persino quello inglese. La forza di ripartire mi è stata data dalla nascita di mia figlia Vittoria, ma resta l’amarezza di essere stato trattato come un delinquente o un assassino. Il calcio mi ha dato, il calcio mi ha tolto…”.