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Carrera: “Sarri allo Zenit? Spero di no! Juventus più abituata a vincere, Maksimovic buon giocatore”

CARRERA SARRI – A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Massimo Carrera, allenatore dello Spartak Mosca ed ex calciatore del Napoli. Il tecnico ha parlato della Juventus, degli azzurri, di Sarri e di Maksimovic.

Carrera su Sarri, la Juventus, Maksimovic e il Napoli

“In Russia sono attrezzati e preparati bene, gli stadi sono belli e moderni ed hanno voglia di mettersi in mostra anche come Nazionale. Noi dello Spartak abbiamo chiuso il campionato al terzo posto ed ho avuto un calciatore di proprietà del Napoli: Maksimovic. È un buon giocatore, può crescere tanto e le ha le qualità per diventare top nel suo ruolo. Deve però migliorare caratterialmente perché a volte è superficiale, ma standogli addosso può crescere perché per sfruttare al meglio le sue qualità bisogna seguirlo. Maksimovic con me ha giocato a 4 in difesa, ma può giocare in qualsiasi modo perché è bravo di testa, con i piedi, nel passaggio e può giocare in ogni modulo. La Juventus ha vinto lo Scudetto perché è più abituata a vincere ed ha un equilibrio sia quando le cose vanno bene che quando vanno male. Il Napoli pensava di aver vinto il campionato dopo la vittoria con la Juve ed ha pagato l’eccesso di presunzione nella gara di Firenze. Sopportare le pressioni non è facile, ma si vince sempre al 90esimo dell’ultima gara di campionato. Ho sempre contatti con Conte, secondo me vuole restare al Chelsea e rispettare il contratto, ma non mi ha detto nulla. A breve si scoprirà tutto. Sarri allo Zenit? Spero di no! Scherzi a parte, Sarri è un ottimo allenatore, in azzurro ha migliorato il punteggio di anno in anno e quest’anno al Napoli più di così non poteva fare. Anche il Russia potrebbe fare il suo calcio, c’è molto spazio qui per noi italiani. È giusto che Sarri resti al Napoli per fare qualcosa di importante perché basta poco visto che il gap con la Juve è qualsiasi colmato. Ci vuole anche la volontà del presidente in sede di mercato affinché l’allenatore non giochi sempre con gli stessi. Il problema lingua? In Russia ho un interprete che utilizza anche il mio tono di voce. Poi, quando mi arrabbio, la squadra lo capisce bene perché le urla tutti le capiscono! Fare discorsi in russo è complicato, parlo in inglese con i giocatori singolarmente”.