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Silenzio e lavoro: Karnezis ha parato le critiche

Orestis Karnezis

Karnezis – I protagonisti del Napoli di questo inizio stagione non solo soltanto coloro i quali fanno urlare il loro nome a suon di gol (come Lorenzo Insigne) ma anche quei calciatori in grado di lavorare con abnegazione e silenzio per arrivare dritti all’obiettivo. Il caso di Orestis Karnezis, ad esempio, sembra rispecchiare perfettamente questo tipo di contesto. Il portiere greco, arrivato a Napoli tra lo scetticismo generale per svolgere il ruolo da chiocchia per il giovane e talentuoso Meret, nel pre-campionato si è ritrovato probabilmente catapultato in una situazione anche più grande di lui. La gara nefasta contro il Liverpool aveva (secondo molti) macchiato la sua stagione ancor prima della sua genesi. Il calcio però è pura evoluzione e anche un portiere esperto come l’ex Udinese e Watford ha saputo trovare un cambiamento positivo nei suoi primi mesi partenopei.

Karnezis si è preso (silenziosamente) il Napoli

La gara amichevole contro il Liverpool, come dicevamo, sembrava aver tolto immediate certezze non solo al Napoli in generale ma soprattutto a lui stesso, che avrebbe dovuto difendere la porta azzurra in attesa del recupero dello sfortunato Meret. Nonostante l’aumento immediato della concorrenza per via dell’arrivo dell’altrettanto esperto e valido portiere colombiano David Ospina, Karnezis ha continuato a lavorare e i risultati, a conti fatti, lo stanno premiando.

Il portiere greco, infatti, sta vivendo un inizio di stagione assolutamente positivo. Dei tre clean sheet realizzati finori dal Napoli (contro Fiorentina, Stella Rossa e Parma), due hanno visto protagonista in porta proprio l’ex bianconero di Udine, nelle gare casalinghe di campionato. Karnezis rappresenta anche un vero e proprio portafortuna per gli azzurri: con lui in campo in questa stagione, infatti, il Napoli ha sempre vinto (alle gare già citate va aggiunta la prima di campionato in casa della Lazio, finita 1-2 per i partenopei). Il greco si sta dimostrando portiere molto più affidabile del previsto, sia nel guidare la difesa (che sembra essere tornata alla sua forma granitica) sia per ciò che concerne il gioco con i piedi (nel quale però, per sua stessa ammissione, c’è da migliorare).

I meriti del portiere sono però anche quelli di Carlo Ancelotti, che con la consueta esperienza da maestro di calcio sta gestendo ottimamente la rotazione tra gli estremi difensori azzurri, scegliendo chi schierare in base alle caratteristiche degli avversari e delle saracinesche stesse. La paura si è dunque trasformata in speranza: Karnezis è già il prototipo dell’eroe silenzioso che serve al Napoli ancelottiano per scalare le vette più alte.