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Meret e la pericolosa retorica dell’enfant prodige

Meret – Dopo tanto penare, Alex Meret è pronto per compiere l’impresa che tutti gli addossavano qualche mese fa: prendersi la porta del Napoli. Il giovane estremo difensore, ormai non più di proprietà dell’Udinese, sembra pronto ad attraversare una lunga passerella nella quale avrà puntati i riflettori di tutti addosso. Dovrà però essere altrettanto pronto a superarla, restando indenne. Perché il palcoscenico di Napoli, soprattutto dopo l’addio a un portiere-leader come Reina a cui è stato perdonato molto, a lui potrebbe non perdonare persino il minimo errore. Le qualità di Meret, evidentemente, non sono però in discussione. Più che altro, invece, sarà importante capire se il ragazzo merita davvero l’appellativo di bimbo prodigio che permea da un po’ la sua esistenza. Quando, invece, i numeri della sua carriera sottolineerebbero riflessioni diverse.

Meret, il talento che il Napoli deve aspettare ma non troppo

Parlavamo di un calciatore di talento. Alex Meret lo è, lo ha dimostrato (anche) l’anno scorso nelle (poche) partite giocate in campionato. Qualche clean sheet, alcune prestazioni sontuose (come quelle contro Inter e Juventus). Tradotto in numeri: 14 partite giocate per un totale di quasi 1200 minuti in campo, 16 gol subiti e 4 gare con la porta inviolata. Meret possiede inoltre una struttura fisica molto importante per un portiere, con un’altezza decisamente azzeccata (190 cm) e delle capacità atletiche più che discrete, unite a un ottimo senso della posizione. Non è un caso che, anni addietro, come per molti suoi pari ruolo si siano sprecati paragoni lusinghieri con Buffon. L’ex giocatore della Spal ha tutte le possibilità, dunque, per essere definito un portiere affidabile. Detto questo: il Napoli si trova realmente tra le mani un futuro campione? O comunque, un calciatore che può essere considerato ancora “giovane”, calcisticamente parlando? Questo, almeno per il momento, risulta davvero impossibile dirlo.

I motivi sono svariati. In primis, l’esperienza non sembra essere ancora dalla sua parte. Nessun vaso di Pandora scoperchiato: Meret è un classe 1997, probabilmente ha quasi 20 di carriera ancora da affrontare. Il paragone con alcuni portieri che vengono però definiti dei predestinati anche in base all’età è obiettivamente inglorioso. Il caso più eclatante è sicuramente quello del portiere di Milan e Nazionale Gigio Donnarumma. Classe 1999 (quindi con due anni in meno rispetto a Meret), è titolare in club e nell’Italia e ha giocato quasi 150 partite ufficiali. Il che vuol dire quasi raddoppiare il numero di presenze accumulate da Meret, che in carriera tra Serie A, Serie B, Coppa Italia e Primavera ha collezionato a stento 89 presenze (meno di 8000 minuti sul rettangolo verde). Anche il paragone con un suo ex compagno di squadra ed ex enfant prodige, Simone Scuffet, rende perfettamente l’idea di quanto a Meret serva come il pane accumulare minuti. Soltanto di un anno più vecchio, il collega ha già sulle spalle 105 presenze da calciatore. Il dubbio, peraltro, risiede anche nel fatto che il Napoli potrebbe non essere il club giusto per consentire a Meret di sbocciare definitivamente, soprattutto in una stagione in cui – almeno per adesso – la concorrenza tra i pali è folta, oltre che alimentata dallo stesso allenatore. Il suo acquisto, quindi, resta ancora oggi una mossa potenzialmente controproducente per il calciomercato azzurro.

Meret

Altro aspetto da non sottovalutare sono i problemi fisici del ragazzo. Sfortunato nel ritiro a rompersi un braccio dopo uno scontro di gioco, con la Spal Meret aveva già accusato per un paio di anni problemi muscolari e infiammatori (come, ad esempio, quella brutta bestia chiamata pubalgia) e vari malanni a una spalla. Nonostante l’età, quindi, siamo di fronte a un portiere che potrebbe non essere considerato totalmente integro e, di conseguenza, maggiormente esposto al rischio di infortuni in futuro, date le già presenti fragilità.

Ovviamente, nessuno ha intenzione di fare un coccodrillo sportivo all’ex portiere della squadra ferrarese. Probabilmente ad Alex Meret servirà solo trovare un po’ di continuità per diventare un calciatore di alto livello (o almeno questa è la speranza maggiore del tifoso partenopeo e degli addetti ai lavori). Il problema, però, risiede sempre nella percezione (forse sbagliata e tipicamente nostrana) che un ragazzo di 21 anni – in uno sport in cui si cresce molto in fretta e nel quale, fino a prova contraria, ha dimostrato relativamente ancora poco – debba essere considerato un bimbo e “protetto” per questo motivo. Solo le parate, gli eventuali errori e le gare giocate da Meret dipingeranno davvero il suo destino. Che però, alla sua età, non può più nascondersi dietro la “scusa” della gioventù. Un alibi che peraltro – ne siamo certi – allo stesso Meret non piacerebbe utilizzare. Che il Napoli lo aspetti, dunque. Giudicandolo però come un calciatore fatto e finito e non, come vorrebbero in molti, al pari di un ragazzino allo sbaraglio.