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“Insulto razzista diventato un’abitudine”, la denuncia di Tommasi

Damiano Tommasi

INSULTO RAZZISTA ABITUDINE

“L’insulto razzista sta diventando un’abitudine non positiva”, la denuncia arriva direttamente da Damiano Tommasi, presidente dell’AIC che ha parlato delle polemiche di queste settimane ed ha detto la sua

Le parole di Tommasi

Le polemiche di queste settimane? Ci sono delle regole da rispettare – ha detto a margine della presentazione dell’album Panini a Milano – Dobbiamo attenerci alle regole, bisogna capire i comportamenti che sono tollerabili e accettabili all’interno dello stadio. Ci sono regole federali, Uefa e Fifa, che su questo sono abbastanza chiare quando ci sono cori discriminatori. Bisogna rispettare le normative esistenti. C’è da capire che, chi viene da un altro campionato, avverte purtroppo il clima dell’insulto libero e al quale rischiamo di farci un’abitudine non positiva. Bisogna fare anche delle scelte, che vanno verso una sola direzione, bisogna certamente avere toni meno denigratori”, ha detto.

Come valuta l’esperimento legato al ‘Boxing day’? “C’è più lavoro per i giornalisti, durante le festività. Per noi si avranno i frutti quando ci accorgeremo che si riducono infortuni con una ripresa più calma. Bisogna ancora abituarsi alle gare durante il periodo natalizio, ma la riflessione da parte nostra è capire che le leghe hanno voluto adottare lo stesso calendario”.

L’incontro di ieri col Ministro Salvini? “L’impressione è che più di così non ci si poteva riunire, c’erano tutte le personalità interessate. Credo e spero che ci sia un po’ più di incisività su determinate scelte. Cioè su chi vogliamo allo stadio, quali cori vogliamo, quali sono le gare che vogliamo vivere e in quale clima. Forse è difficile trovare soluzioni, bisogna capire anche come far diventare il nostro calcio. Presenteremo a fine mese un nostro dossier per il quinto anno di fila. E’ solo una anagrafica degli insulti, minacce e violenze che si respirano nel nostro calcio anche a livello dilettantistico. Dobbiamo proporre uno sport con tanti valori positivi, annullati purtroppo dalla violenza”.

Ancelotti dice che il Napoli potrebbe fermarsi se non saranno gli arbitri a fermare le partite in caso di cori razzisti. “A caldo, dopo la gara, è la reazione di chi non si sente tutelato. Credo che siamo tutti sulla stessa posizione, non vogliamo vivere in un clima simile. Non si tratta solo di discriminazione territoriale e razziale, che è quella normata, ma si tratta anche dell’insulto dal 1′ al 90′ per la storia di un calciatore, perché dei giocatori sono bravi e si prova a innervosire con questi comportamenti. Purtroppo non si può pensare che sia la normalità, purtroppo da noi rischia di diventarlo. Ancelotti ha vissuto degli anni all’estero e capisce che non può essere normale”.