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Seedorf: “Razzismo? Servono gesti come quello di Dani Alves”

Clarence Seedorf
Secondo quanto spiegato da Seedorf, non è giusto fermare le partite ma servono gesti di una certa rilevanza, come quello che fece anni fa Dani Alves

L’episodio di razzismo contro Kalidou Koulibaly ha fatto molto discutere e continua a far parlare molti addetti ai lavori. Tra loro anche l’ex giocatore e allenatore del Milan Clarence Seedorf, il quale in un’intervista al Corriere della Sera ha commentato l’episodio dando il suo punto di vista sulla questione. Secondo quanto spiegato dall’olandese, non è giusto fermare le partite ma servono gesti di una certa rilevanza, come quello che fece anni fa Dani Alves.

Seedorf cita Dani Alves sulla lotta al razzismo

“Io credo che sia sbagliato fermare le partite. So tutto di quello che è accaduto a Koulibaly durante Inter-Napoli, non ho parlato né con lui né con il mio amico Ancelotti ma ho già un’idea precisa della questione. Sono troppi anni che in Italia si accettano questi cori razzisti, che partono sempre da piccoli gruppi di ultrà, mentre la maggioranza delle persone rappresentano i veri tifosi. Queste persone hanno il diritto di assistere alla partita per la quale hanno pagato, non credo che sia giusto fermare le gare.

L’esempio da seguire è quello di Dani Alves, che con grande forza emotiva durante un Villarreal-Barcellona mangiò una banana che gli avevano lanciato dagli spalti, fu veramente mitico. Mi rendo conto però che non tutti i calciatori posseggono la forza per farlo. In queste situazioni bisogna essere superiori: io, ad esempio, gli avrei fatto due gol! Quando ci sono i fischi il resto dello stadio dovrebbe invece applaudire: tanti applausi non possono che sotterrare i fischi di pochi personaggi. Però bisogna comunque prendere posizione, altrimenti si diventa complici”.