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Koulibaly, Presidente Corte d’Appello Federale: “Solidarietà al ragazzo ma regole vanno rispettate”

Intervenuto a Radio CRC, Piero Sandulli, Presidente della Corte d’Appello Federale, ha parlato della sentenza su Koulibaly

Intervenuto a Radio CRC, Piero Sandulli, Presidente della Corte d’Appello Federale, ha parlato della sentenza Koulibaly, con il ricorso del Napoli per il difensore respinto. Sandulli ha specificato che, nonostante la solidarietà umana verso il ragazzo, c’erano comunque dei regolamenti da far rispettare

Koulibaly, il Presidente della Corte d’Appello Federale spiega la sentenza

Stiamo confondendo due piani diversi l’uno dall’altro. Tutta la mia solidarietà alla persona per i cori, ma il rispetto delle regole è comunque sempre dotto. Le regole non le possono cambiare i giudizi. Meraviglia che chi ha posizioni di rilievo non si dia da fare per migliorare le regole. Tutta la solidarietà umana, ma l’atleta lo sa, tanto che si è scusato più volte, che quell’applauso non andava fatto. Non era applicabile il caso di Muntari? Il problema Muntari lì si sentimmo l’arbitro che disse che non aveva capito perché Muntari protestava, anche perché parlava un po’ in italiano e un po’ nella sua lingua, e aveva detto “se avessi capito, non lo avrei sanzionato”. Nei fatti il caso era ben diverso. Non ci siamo voluti sottrarre dal problema. La sanzione del giudice sportivo era di una giornata per ammonizione e una per squalifica. Avremmo potuto anche non accoglierla.

Le reazioni del Napoli? Io credo che si debba costruire tutti insieme, per riuscire a migliorare l’ambiente. Non si può parlare di occasione perduta, le occasioni si creano tutti insieme. Ieri la corte ha detto al presidente che è pronta a collaborare, lì dove possibile, non nel corso dei giudizi. Applauso? Era successiva all’ammonizione. Possiamo anche considerare che lo stato d’animo dell’atleta dall’ambiente, ma non può costituire una scusante. L’esempio che ieri è stato fatto è che se io applaudissi un giudice che sta sbagliando non so se farei ancora l’avvocato. Siamo tutti Koulibaly? Dal punto di vista umano sì, ma non dal punto di vista tecnico. L’arbitro va rispettato anche quando sbaglia. Il giudizio di ieri dobbiamo continuarlo a legare alla fattispecie concreta. Dura lex, sed lex? Io ho tutto l’affetto umano che gli ho rappresentato in udienza. L’intera corte è stata vicina affettivamente all’atleta. Non è più possibile che ci siano problemi di carattere razziale nel terzo millennio. Perché non c’è stata una sentenza innovativa? Qui non aveva spazio per esserci, la Corte l’ha dimostrato. Noi potevamo facilmente dire che era inammissibile e non si discuteva. Noi dobbiamo applicarle le regole e non possiamo inventare regole che sarebbero a corso di norma discrezionale. I casi discrezionali non fanno parte del diritto.

Ho proposto la fascia di Koulibaly? L’ho detto durante la seduta. Dispiace sentire un comunicato di una persona che era presente e che queste cose le ha sentite. Non si può sempre piacere a tutti nella vita, ma le regole bisogna applicarle. Se non ci piacciono, cambiamole