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Criscito: “Non mi sento un ex bianconero, contro la Juve tutti danno sempre qualcosa in più”

Criscito
Il capitano del Genoa, Domenico Criscito, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport, parlando del suo passato alla Juventus.

CRISCITO GENOA JUVENTUS – Il capitano del Genoa, Domenico Criscito, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Cresciuto calcisticamente nelle giovanili dello Sporting Volla, squadra campana in provincia di Napoli, viene notato dagli osservatori del Genoa in particolare da Claudio Onofri, ex centrocampista di Genoa e Torino, che lo inserisce nelle formazioni giovanili. Nel 2004 passa in comproprietà alla Juventus ed è proprio da li che l’ex Zenit inizia il suo racconto, partendo dal suo passato in bianconero.

Il passato in bianconero

I primi due anni, dal 2004 al 2006, furono intensi, vincemmo la Viareggio Cup, all’epoca c’era Capello sulla panchina della prima squadra. Ho dei ricordi bellissimi, certo, purtroppo non fu così bello il mio secondo periodo alla Juventus, ma anche quella parte della mia carriera mi ha aiutato a crescere. Rimasi pochi mesi, perciò non mi sento un vero e proprio ex. Juve sazia? Nient’affatto, quarti di Champions o campionato, per loro nulla cambia. Non a caso hanno vinto sette scudetti di fila. Contro la Juve dai inconsciamente sempre qualcosa in più. Sappiamo di essere inferiori, ma tutto può succedere: anche all’andata a Torino tutti ci davano per spacciati, invece sappiamo come andò. Stiamo vivendo una fase di difficoltà, non ce lo nascondiamo, creiamo poche occasioni, ma a Parma siamo cresciuti rispetto a Chievo e Frosinone. Pur raccogliendo meno, anche se il gol del Parma è nato da un angolo inesistente.

Bisogna essere più cattivi ed incisivi negli ultimi metri. Perin? Ci sentiamo tutte le settimane. La sua prima gara in A fu la mia ultima con il Genoa prima di trasferirmi allo Zenit San Pietroburgo. È un portiere straordinario, ha fatto una crescita pazzesca, anche se gioca poco per le sue qualità, ma in una squadra come la Juve è difficile emergere con tanti campioni. Non dimentichiamoci che Szczesny è andato alla Juve facendo il secondo a Buffon e adesso parliamo di un grande portiere. Se Mattia ha fatto quella scelta, l’ha ponderata. Cristiano Ronaldo? Ci eravamo incontrati ad Abu Dhabi, dove stava giocando il Mondiale per club, grazie a Danny, il mio migliore amico, con me allo Zenit. Così finalmente i miei figli l’hanno incontrato. Reputo Ronaldo più completo di Messi. Lui è talento, ma anche tanta testa. Piatek? E’ stato molto bello giocare con lui ma è un capitolo chiuso. Gli diremo sempre grazie per quello che ci ha dato ma siamo contenti di quello che fa ora. Se è questo, lo deve alle sue qualità, ma anche al Genoa. La Nazionale è un vanto, un orgoglio per ogni calciatore. Ho avuto le mie possibilità, non ho rimpianti. Forse si tratta di un capitolo chiuso definitivamente, giusto dare spazio ai più giovani, ma mi farò trovare sempre pronto”.