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Napoli, manca il bomber di grido: Milik fatica nel ruolo di Cavani e Higuain

STRATEGIA BOMBER RIPIEGO – Il mercato del Napoli è stato positivo. Gli arrivi di Lozano, Llorente, Elmas, Manolas e Di Lorenzo hanno alzato di molto il tasso tecnico della squadra di Ancelotti rispetto alla passata stagione. Tuttavia, pare che il presidente Aurelio De Laurentiis e il resto della dirigenza abbiano gestito in modo discutibile una strategia durante la campagna trasferimenti: il reperimento di un centravanti di livello mondiale.

I sogni di mercato svaniti

Dopo aver chiesto il prezzo di Lukaku, finito poi all’Inter, e inseguito Icardi – passato al Psg – per tutta l’estate, il Napoli ha preferito puntare sull’usato sicuro. L’ingaggio di Llorente, svincolatosi dal Tottenham dopo la finale di Champions League persa contro il Liverpool è stata un’operazione intelligente. Però, un conto è tesserare Icardi, ancora 26enne, un altro è affidarsi allo spagnolo, il quale nonostante l’età avanzata deve fare i conti con le difficoltà che derivano da una preparazione effettuata da solo. Anzi, finora Llorente ha tenuto botta in maniera egregia. Infatti non è l’ex del Tottenham a destare perplessità, bensì l’altra punta centrale presente nell’organico del Napoli. Infatti c’è da capire come Arkadiusz Milik possa crescere e se lo possa fare al punto da eliminare i rimpianti di mercato degli azzurri.

Milik ancora in affanno

Al momento, però, le prestazioni del polacco sono apparse al di sotto dei suoi standard. A Genk ha sbagliato tre occasioni clamorose confermando la tesi secondo la quale se il Napoli avesse potuto contare su un centravanti più competitivo, in questo momento sarebbe piazzato meglio in campionato e avrebbe maggiori chance di passare il turno in Champions. Magari da primo in classifica. A proposito del ‘polacco triste’, reduce anche dalla contrattura ai flessori della coscia destra che l’ha tenuto lontano dai campi per un mese, il Napoli ha scelto Llorente anche per non togliere spazio a Milik. Infatti, qualora fosse arrivato un calciatore ancora più prestigioso, gli azzurri avrebbero dovuto cedere l’ex dell’Ajax. Il problema, però, è che l’eventuale vendita dell’attaccante pagato 32 milioni di euro nell’estate del 2016 non avrebbe fruttato quanto richiesto dal Napoli. Cedere Milik dopo aver ingaggiato un centravanti di grido avrebbe costretto gli azzurri ad accontentarsi di una cifra minore rispetto alla prospettiva di mettere in vendita il polacco appena dopo la fine del campionato scorso.

Il jolly Llorente, un ripiego di lusso

Per salvare ‘capra e cavoli’ e soprattutto per ovviare all’impossibilità di arrivare a Icardi e Lukaku, gli azzurri si sono accontentati di Llorente. Attualmente sembra che lo spagnolo abbia scalzato Milik nel ruolo di punta centrale. Mertens merita un discorso a parte, sarebbe stato protagonista anche con l’arrivo di un altro campione. Il problema è che Llorente e Milik occupano un posto che in passato, durante l’era De Laurentiis è stato di Cavani prima e di Higuain dopo. Due cannonieri con i fiocchi che inventavano gol dal nulla. Al momento né Llorente né Milik soprattutto hanno dimostrato di avere questa abilità. Peccato, se i dirigenti del Napoli fossero stati più lungimiranti e se avessero avuto più coraggio, adesso gli azzurri avrebbero potuto contare un centravanti di grido e avrebbero avuto più chance di centrare gli obiettivi che si sono prefissati. Tra i quali, giova ricordarlo, c’è anche la conquista dello scudetto.