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Mannini: “Ancelotti è il dio del calcio, nessuno come lui” (Esclusiva)

NAPOLI, ITALY - APRIL 26: Daniele Mannini (L) of Napoli challenges Luis Figo of Inter during the Serie A match between Napoli and Inter at the Stadio San Paolo on April 26, 2009 in Napoli, Italy. (Photo by New Press/Getty Images)

MANNINI NAPOLI ANCELOTTI – Nelle ultime ore a Napoli sta circolando il nome di Gennaro Gattuso. Nel caso Carlo Ancelotti non riuscisse a ritrovare la rotta in tempi brevi, al suo posto potrebbe arrivare un suo ex allievo. Daniele Mannini, nel Napoli nel 2008-2009, conosce Gattuso alla perfezione, visto che l’ha avuto come tecnico a Pisa per due stagioni dal 2016 al 2018. Ma alla domanda su Ringhio, Mannini vira dritto su Ancelotti. “A Napoli c’è il dio del calcio – dice a gonfialarete.com – per il rispetto che nutro nei confronti di un allenatore del calibro di Ancelotti, mi rifiuto di parlare di altri tecnici. Ho troppa stima di lui. Anzi, lo venero. Per me è il migliore al mondo”. Dopo aver calcato i campi di Serie A ad alti livelli con Napoli, Sampdoria e Siena, adesso Mannini ha scelto la tranquillità di Pontedera in Serie C. “Gioco in una piazza a misura d’uomo – dichiara Mannini – mi alleno, gioco le partite e mi godo mia figlia. Non toglierei mai del tempo a lei per guardare le partite degli altri”.

Sguardo distaccato

Non lo segue assiduamente, ma Mannini è comunque contento della crescita del Napoli rispetto a quando vestiva la maglia azzurra. “Avevo percepito la volontà del presidente Aurelio De Laurentiis di fare le cose in grande – ricorda Mannini – però portare il Napoli ai gironi di Champions per quattro stagioni di fila e sfiorare lo scudetto sono risultati straordinari. Non era mica scontato. A Napoli hanno lavorato bene, ma è lo stesso anche da altri parti. Se gli azzurri hanno fatto meglio, è tutto merito loro. Purtroppo con una Juve così c’è poco da fare, ma il Napoli si è tolto comunque le sue soddisfazioni”.

Bei ricordi

Mannini avrebbe potuto prendersene qualcuna in più. “Ho un ricordo bellissimo di Napoli – afferma Mannini – ma quando arrivai ero troppo acerbo per una piazza del genere. A conti fatti, per me sarebbe stato meglio restare e continuare ad allenarmi con calciatori di grande livello. Per me sarebbe stato più formativo. Scelsi di andare a Siena per tornare a giocare con continuità. Forse, avrei fatto meglio a restare”. Quando Mannini giocava nel Napoli, aveva la possibilità di ammirare le magie di Ezequiel Lavezzi, il quale la settimana scorsa ha dato l’addio al calcio. “Il Pocho era un giocatore straordinario e un ragazzo splendido – ricorda Mannini – spesso gli passavamo il pallone dicendogli ‘Pensaci te’. Incantava tutti negli allenamenti, ma faceva la differenza anche in campo durante le partite. Ci sono tanti giocatori che in allenamento fanno scintille, senza poi ripeterle quando serve”. Infine un ricordo di Mannini di Pierpaolo Marino, di nuovo dg dell’Udinese, prossima avversaria del Napoli. “Mi fa piacere rivederlo in sella – chiude Mannini – gli sono grato perché fu il primo a convincermi di potermi misurare a grandi livelli”.

Luca Cerchione

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