Il Napoli si porta appresso le inquietudini e alcuni errori di impostazione: ora nel 4-3-3 non ci sa stare, perché non ha un vero regista (Allan non lo è). Dal sarrismo a Gattuso c’è un tassello da riempire.
AAA cercasi regista: dopo Jorginho il vuoto
La trasformazione dal Napoli di Maurizio Sarri a quello di Carlo Ancelotti è stata, pressappoco questa: isolare i reparti e i singoli giocatori, evidenziando la qualità dei singoli stessi. Ed ecco che emergono limiti; purtroppo c’è una visione dei singoli che contrasta: nel far emergere individualità, si deprime la qualità della coralità. E al Napoli manca un calciatore come Jorginho.
Il nuovo tecnico azzurro ha fatto intendere che il sistema di gioco di base è il 4-3-3. Allan è un calciatore che sì, è imprescindibile per le sue doti di stantuffo nello scacchiere partenopeo (e non ha un alter ego all’altezza), ma non ha le caratteristiche per fare un lavoro di interdizione. Jorginho ora è (felicemente) a Londra, la squadra del produttore cinematografico ha atteso (invano) l’esplosione di un nuovo regista: il progetto di trasformare Hamsik è durato il tempo di un fiammifero, Diawara non ha garantito mai continuità. E sono andati via anche loro. Il tempo stringe, i tempi per completare l’opera prima del nuovo regista dovranno essere altrettanto brevi.
Per questo in casa Napoli tengono banco le notizie relative al mercato in entrata e i casting aperti per un profilo del genere per garantire al nuovo allenatore un gioco credibile per ripartire. Ed è per questo che, in questa strategia di rinascita, si studiano tante mosse in entrata. Paredes, Lobotka, Torreira, Kessie, Tonali: chiavi (del centrocampo azzurro) in mano. Chi la spunterà?
Andrea Fiorentino