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AZZURRO SBIADITO – Bruno Uvini, dal San Paolo al San Paolo ma senza fortuna

Bruno Uvini
Azzurro sbiadito, episodio 6: Bruno Uvini, dal San Paolo al San Paolo ma senza fortuna. Ha giocato contro Messi ma al Napoli solo 2 presenze

Per ovvi motivi, si sa, la nazione straniera preferita dai napoletani è senz’altro l’Argentina. Patria del Dio del calcio e di tanti altri giocatori decisamente impattanti, la bandiera albiceleste ha spesso fatto tappa in quel di Napoli con sortite più o meno efficaci. Anche l’altra grande nazione Sudamericana, il Brasile, sovente ha regalato agli azzurri calciatori dotati di grande talento, che hanno dato un apporto decisivo alla storia del club. Non è stato questo il caso di Bruno Uvini, difensore che in molti ancora oggi a stento ricordano con la maglia del Napoli, indossata incredibilmente soltanto in due occasioni nonostante referenze positive e l’esordio con la Nazionale carioca.

Azzurro sbiadito, episodio 6: Bruno Uvini

Nato nel 1991, Uvini sin dalle comparsate nelle gare giovanili dimostra alcuni punti di forza. La sua fisicità importante (alto quasi 1,90 m) lo aiuta nei contrasti aerei e nei duelli con gli attaccanti. Uvini sembra infatti un difensore molto solido, che sa unire a un senso della posizione apparantemente sopra la media una buona predisposizione al posizionamento tattico. Così facendo, per tutta la carriera iniziale il ragazzo ha ovviato alla mancanza di grande velocità. Impossibile, insomma, definirlo un fulmine di guerra.

Dal 2007 la sua carriera prende la prima svolta grazie all’aiuto del San Paolo. Nomen omen, col senno di poi. Notato dagli osservatori brasiliani, prima nelle formazioni giovanili e poi in prima squadra riesce a ritagliarsi un ruolo importantissimo. Le sue buone prestazioni gli valgono addirittura l’esordio con la maglia della Nazionale nel 2012, durante un Danimarca-Brasile giocato ad Amburgo (entrerà al 90′ per la passerella finale). In totale, saranno 3 le presenze con il Brasile, di cui una da titolare in amichevole contro l’Argentina (persa 4-3). Il 2012 è l’anno di Bruno Uvini, quello in cui sembra che la sua carriera possa decollare. Con la Nazionale Olimpica arriva un argento alle Olimpiadi di Londra, mentre prim’ancora aveva sostenuto un periodo di due mesi di prova al Tottenham. Gli inglesi però decideranno di non tesserare il ragazzo.

Bruno Uvini
Bruno Uvini con Neymar, durante un allenamento con il Brasile

Poco male, perché la prima avventura europea di Uvini è soltanto rimandata. Il 30 agosto del 2012, infatti, è proprio il Napoli a prelevarlo a titolo definitivo. Dal San Paolo al San Paolo dunque. Le aspettative non sono altissime ma comunque positive. Il difensore si è fatto notare, ha una nazionalità pesante e tanti sponsor importanti nelle Americhe. La verità, però, è un’altra: l’esperienz adi Bruno Uvini a Napoli sarà tragicamente anonima.

Il brasiliano – che aveva firmato un quinquennale – giocherà infatti soltanto 2 partite. La prima in Europa League, contro il PSV, con il Napoli già qualificato e sconfitto per 1-3 dagli olandesi del futuro azzurro Mertens. La seconda invece avverrà nella prima stagione Benitez, precisamente nella gara del 2 novembre 2014 contro il Catania: Mesto si fa male nel primo tempo, subentra lui e gioca terzino. Il Napoli vince 2-1 e quella sarà la prima e unica volta che il San Paolo di Fuorigrotta si ritroverà a veder giocare il brasiliano in campionato. Nel mezzo, due prestiti: nel gennaio del 2013 a Siena (0 presenze) e nel marzo del 2014 al Santos, dove finalmente ritroverà continuità.

Bruno Uvini
Bruno Uvini affronta Messi in amichevole

Nemmeno il tempo di iniziare davvero che, dopo anni bui, l’avventura al Napoli termina con il passaggio al Twente, club olandese di cui diventa pilastro ma per una sola stagione. Attualmente Uvini milita nell’Al-Wakrah, club che milita nella massima divisione del campionato qatariota. Dal Brasile all’Italia, da un San Paolo generoso a un altro meno incline alla pazienza. La strada di Bruno Uvini non ha portato le gioie sperate. Perché non tutti evidentemente hanno Santi in Paradiso. E qualcuno nemmeno in terra.

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Claudio Agave