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Demme, il papà: ‘Napoli un sogno, Gattuso straordinario! Mondiali 2006? Diego tifò Italia…’

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DEMME NAPOLI PADRE – Il portale CrotoneNews.com ha strappato a Vincenzo Demme, papà del centrocampista azzurro Diego, la prima intervista dal suo arrivo al Napoli. La prima domanda, non poteva che essere sulla scelta del nome di suo figlio: “Quando mia moglie è rimasta incinta i nomi in lizza erano due, Diego o Fabio. Abbiamo scelto Diego con grande felicità. Io sono tifoso del Napoli e in Germania ho giocato al calcio fino alla terza divisione tedesca. Maradona era il mio idolo”.

Vincenzo Demme ha poi parlato degli inizi da calciatore di suo figlio:
All’inizio Diego non sapeva se voler fare calcio, hockey su ghiaccio o tennis. Poi a 5 anni scelse il calcio e lo allenavo io, in una piccola squadra di calcio, che si chiama Hiddenhausen. In provincia vincevamo quasi sempre e spesso venivamo in Italia per i tornei di Pasqua. Ho allenato Diego e gli altri bambini fino a 13 anni, poi cinque di loro, tra cui mio figlio, furono selezionati e andarono all’Arminia Bielefeld. Diego era il più piccolo di statura in mezzo ai cinque”.

Cosa ha trasmesso al tedesco Diego della sua Calabria?
 “Innanzi tutto bisogna dire che mia moglie Petra è sì tedesca, ma in cucina è più calabrese di me, soprattutto col peperoncino. Lei ha imparato a cucinare italiano e calabrese da mia mamma e da mia sorella. Sulla nostra tavola, quando siamo tutti insieme, non mancano mai salsiccia piccante e come contorno peperoni e patate fritti in padella. Pietanze di cui è molto ghiotto anche Diego. Quando a cena o pranzo abbiamo ospiti tedeschi sono io che devo dire a mia moglie di stare attenta a non esagerare col peperoncino”.

Come e quando ha saputo che Diego sarebbe andato al Napoli?
“Intanto devo dire che nessuno si aspettava che il Lipsia lasciasse andare via il capitano. Diego era tornato da una vacanza e mi disse: sai, vado al Napoli. Si stava realizzando un suo sogno e un po’ anche il mio. Poi ha aggiunto: lo sai che quando apro la finestra devo vedere il sole. Lui ha sempre voluto giocare in Serie A e a Napoli ha realizzato nel migliore dei modi questo desiderio. Io gli ho solo detto che sarebbero cambiate un sacco di cose, perché in Italia è diverso il mondo del calcio, con pregi e difetti”.

Come ha reagito al primo gol di Diego con la maglia del Napoli?
“Ero lì a Marassi, in tribuna con il cugino di Gattuso. È stata una emozione fortissima che non riesco a descrivere. Sensazione indescrivibile, anche se devo dire la verità mi ero emozionato tantissimo già contro la Lazio in Coppa Italia e contro la Juventus. Ero in tribuna in entrambe le partite”.

Dove eravate in occasione del mondiale del 2006:
“Eravamo a Cervia in vacanze, nel ristorante Al Pirata che è di un mio carissimo amico. Invece ai quarti di finale, contro l’Ucraina, eravamo ad Amburgo allo stadio. Io e Diego in Tribuna, mentre mia moglie con mia figlia in un altro settore dello stadio. Sia Diego che sua sorella avevano la bandiera dell’Italia dipinta sulle guance”.

E a proposito di Nazionale?
“Ormai con quella italiana credo non possa giocare più. Fu convocato una sola volta ed esordì in un Germania-San Marino 7-0, prima della Confederation Cup che si sarebbe tenuta in Russia. Fu la prima ed unica volta. Quando Löw lo convocò disse <<Adesso anche noi abbiamo il nostro Gattuso>>”.

E a proposito di Gattuso?
“Da quel poco che ho potuto conoscerlo devo dire che è una persona eccezionale, umile e preparata. Lui ci mette sempre anima e cuore. Aiuta tanto Diego che ha quasi il suo stesso ruolo. E poi è calabrese”.