Home » Storie di sport – Giano bifronte Panzanato, lotta e timidezza di un grande stopper
Napoli Rubriche

Storie di sport – Giano bifronte Panzanato, lotta e timidezza di un grande stopper

In un periodo come questo molto difficile, vogliamo dare un segnale positivo e distensivo a tutti coloro che ci seguono e che credono nella potenza delle storie. La storia di chi resta dietro tutti, guarda il Napoli salire, manovrare ed attaccare dalle spalle. Un corazziere, un pilastro della difesa partenopea. Lo stopper di quella formazione che, prima del sarrismo, come il “5 Maggio”, come una filastrocca, come un rosario faceva così: Zoff, Nardin, Pogliana, Stenti, Panzanato, Girardo, Canè, Juliano, Orlando, Altafini, Barison. 

Storie di sport – Giano bifronte Panzanato, lotta e timidezza di un grande stopper

Dino Panzanato, conosciuto nella sua Favaro Veneto (e poi in tutta la Penisola sportiva) come Titta, per la balbuzie che lo contraddistingue e che lo presenta come un ragazzo riservato quando si rapporta con compagni e allenatori, per non parlare quando è “vittima” dei microfoni dei giornalisti. Dopo la gavetta nel Mestrina, viene adocchiato dagli osservatori del Lanerossi Vicenza, gioca nel capoluogo berico quattro stagioni esordendo in serie A.

LA GRANDE INTER, IL MODENA, L’AMORE DI NAPOLI – La grande occasione sembra il passaggio alla Grande Inter del mago Helenio Herrera, ma la troppa concorrenza in difesa gli fa cambiare idea quindi arriva il trasferimento dopo appena tre mesi a Modena. Ed è la sua fortuna: un ottimo campionato, l’interesse del Napoli e il grande feeling con la maglia azzurra e la città partenopea che diventa casa sua per otto stagioni e anche il sipario sulla (buonissima) carriera da calciatore. Da difensore, stopper, per essere precisi. Trasferitosi a Modena, racconta del suo amore rimasto immutato per la città all’ombra del Vesuvio: “Da quando ho smesso di giocare non sono più andato a Napoli e ho paura che se ci tornassi farei una brutta figura perché mi metterei sicuramente a piangere. Non può immaginare quanto sono stato felice in quella città e in quella squadra”.

TIMIDEZZA E SFRONTATEZZA: GIANO BIFRONTE – Il talento difensivo, seguendo l’adagio di Calamandrei sulla libertà, è come l’aria: ci si accorge di quanto vale solo quando comincia a mancare. Quando capita in partita di sbattere addosso a lui, si sente, eccome se si sente. Domandare agli attaccanti che l’hanno incontrato. Granitico. Titta in campo è tutto ciò che non riesce ad esprimere fuori dal rettangolo verde: uno di quei difensori che stravolge il reparto, lo stopper per antonomasia, che facilita la vita ai suoi compagni, che si carica di responsabilità alleggerendo il compito di chi ancora non ha la stoffa del campione, e che il più delle volte non ha tempo per godersi appieno i successi raggiunti: deve già pensare ai prossimi. Il modello sul quale il suo cervello si basa è quello che mostra sul campo di gioco. Giano bifronte. Per Panzanato l’avversario non ha un volto: nessun timore reverenziale nel suo sguardo, nessun trattamento particolare, nessun litigio provocatorio. Sembrava quasi che l’unico sentimento che provasse per il nemico fosse l’indifferenza. Non ha mai dato l’impressione di sentirsi a disagio di fronte a nessuno e tantomeno al fianco di nessuno. Acume tattico, attenzione minuziosa, cura dei dettagli e qualche intervento intimidatorio (come avvertimento, che non si sa mai). Pochi fronzoli e tanta, tanta sostanza che gli hanno permesso di collezionare 262 presenze con la maglia che ha sempre amato, dal 1964 al 1973, tra campionato e coppe: è il 19esimo della storia del club.

LE NOVE GIORNATE DI SQUALIFICA, BONIMBA E LE ULTIME PAROLE AI GIOVANI Chi avesse di fronte e quale fosse la posta in palio, per Tatta Panzanato non è importante: il campo è l’unico obiettivo, sul quale poter esprimere la parte migliore di sé, in qualsiasi condizione e a qualsiasi età. Un difensore in continuo movimento: se un attaccante si muove per ricevere spalle alla porta, lo tallona per prendere contatto, sporcargli il primo controllo, portarlo fuori equilibrio. Il suo stile difensivo è rischioso, il carattere irruento in campo gli costa 9 giornate (nove!) di squalifica nel famoso Napoli-Juventus dell’1 dicembre 1968, l’ultima partita di Sivori in Italia. L’intento è quello di difendere proprio El Cabezon Sivori, “martoriato” per tutta la partita dal bianconero Favalli. Una reazione dell’argentino fa degenerare la situazione: Panzanato manda al tappeto Salvadore con due pugni e rimedia questo primato (non proprio ammirabile) condiviso con il bomber dell’Inter Roberto Boninsegna.

Lui e Bonimba sono davvero i due prototipi di un calcio duro e forse più genuino. Una “rivalità” sublimata in un Inter-Napoli del 21 marzo 1971, la partita diventata famosa per le polemiche azzurre sull’arbitraggio di Gonella. Il Napoli comanda al termine del primo tempo con il guizzo di Altafini, poi la partita cambia l’inerzia dopo la visita di una delegazione nerazzurra, capitanata da Mazzola – così dicono i mal pensanti – negli spogliatoi dell’arbitro. L’Inter trova l’1-1 proprio con Boninsegna che poi di testa segna il raddoppio. Panzanato prova ad anticiparlo alzando la gamba all’altezza del volto del bomber nerazzurro che supera Zoff con una grande torsione. Chiude la carriera agonistica a Latina, per poi cominciare quella da allenatore. Un lustro, giusto per rivedere la “sua” Campania (Casoria e il Campania di Ponticelli le sue squadre dopo Chieti e Teramo). All’età di 81 anni, lo scorso ottobre 2019, Dino Panzanato decide di dire addio a questa terra, senza rimpianti: un gigante in campo e fuori, che non si è mai tirato indietro, nemmeno nel dispensare consigli ai più giovani: “Voglio dire loro che devono essere consapevoli che è una vita di sacrificio. Bisogna avere la fortuna di star bene, non bisogna essere sbruffoni, bisogna giocare sempre con coraggio, con forza ma purtroppo non tutti hanno queste caratteristiche. Bisogna essere uomini perché solo i veri uomini posso aspirare ad essere grandi giocatori”. Così sia.

Andrea Fiorentino

foto: rete internet

Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti sempre aggiornato con www.gonfialarete.com