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Coronavirus, Gabbiadini: “All’inizio credevo che il medico stesse scherzando”

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Gabbiadini Sampdoria

CORONAVIRUS MANOLO GABBIADINI – Manolo Gabbiadini, uno dei primi calciatori di Serie A a risultare positivo al tampone per il Coronavirus, ha concesso un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Il calciatore ha raccontato la sua iniziale incredulità, poi diventata terrore, a causa del contagio da Covid-19.

Gabbiadini: “Quando il medico mi ha detto che ero positivo al Coronavirus, pensavo scherzasse”

“Gli ho chiesto se stesse scherzando, anche se era ovvio che fosse serio. Non me l’aspettavo perché la febbre era passata subito. E da quel momento ho cominciato davvero a riflettere sul Coronavirus. Se il dottore mi avesse detto di aspettare ancora un giorno prima di decidere se fare il tampone, non glie l’avrei più chiesto visto che mi sentivo molto bene. E magari, pensando di non essere positivo, sarei andato a comprare la frutta sotto casa rischiando di trasmettere il virus a un anziano in modo assolutamente inconsapevole: un pensiero bruttissimo, che mi tormenta”.

Dunque, più preoccupato per gli altri che per la sua salute

Da queste poche parole, si evince il grande senso di responsabilità del ragazzo, più preoccupato dalla possibilità di trasmetterlo involontariamente a qualcuno, piuttosto che spaventato per se stesso.
Ancora una volta, Manolo ha dimostrato di essere un grande uomo, prima ancora che un calciatore professionista.

Il “dramma” degli asintomatici

Le parole di Gabbiadini aprono ad una riflessione: “Se il dottore mi avesse detto di aspettare ancora un giorno prima di decidere se fare il tampone, non glie l’avrei più chiesto visto che mi sentivo molto bene”. Quante persone, in Italia, sono positive ma asintomatiche? Quante persone, come Manolo, hanno avuto la febbre per poche ore, seppur positivi? A tutte queste domande non c’è una risposta, e non ci sarà fino a che non saranno effettuati tamponi a tappeto. L’unica risposta che possiamo e dobbiamo aspettarci, deve arrivare dalla ricerca scientifica: il vaccino per il Covid-19.

Luca Cerchione

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