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Coronavirus, Fitness Network Italia: “Lo sport non è solo il calcio di Serie A”

Coronavirus

CORONAVIRUS FITNESS NETWORK ITALIA – Grido d’allarme dal mondo del fitness & wellness. Palestre, piscine e centri sportivi al collasso. La denuncia del presidente di Fitness Network Italia, Andrea Pambianchi, intervistato da Luca Cerchione per Si Gonfia La Rete: “All’intero settore è stato destinato solo lo 0,2% degli aiuti previsti nel decreto Cura Italia. Nonostante le palestre, le piscine e l’indotto fruttino circa il 4% del prodotto interno lordo, il Governo non è stato in grado di supportare il movimento con aiuti adeguati. I 50 milioni di euro stanziati copriranno soltanto 83 mila persone su oltre un milione di aventi diritto fra collaboratori sportivi ed amministrativo gestionali”

Fitness Netwkor Italia: cos’è?

“Strutturata sul modello di rete d’impresa, FNI è la sigla che attualmente raccoglie il più alto numero di palestre, piscine e centri sportivi in Italia. L’obiettivo dell’organizzazione – prima della pandemia – è quello di ridurre la frammentazione del settore ed aumentare la competitività degli operatori. In un momento di estrema difficoltà, causata dall’emergenza Coronavirus, è più che mai importante evitare la frammentazione di un settore che produce il 4% del prodotto interno lordo italiano”.

Come il Coronavirus ha cambiato il settore fitness & wellness nell’ultimo mese?

“Semplicemente, siamo stati obbligati ad abbassare la serranda! Come in gran parte dei settori, l’emergenza Coronavirus, a giusta ragione, ci ha imposto la chiusura. Drammaticamente siamo stati tra le prime attività a chiudere, e con molta probabilità saremo tra le ultime a riaprire. La paura è quella di avere delle forti restrizioni sull’affluenza ai club, anche dopo che l’emergenza sarà terminata. Tutto il settore, che da sempre aveva delle forti divisioni interne, si è unito per lo sport. E’ necessario che tutti capiscano che lo sport non è solo la Serie A”.

Fitness Network Italia: “Produciamo il 4% del PIL ma abbiamo ricevuto lo 0,2% degli aiuti stanziati”

“Pochissimi ed insufficienti i provvedimenti. Il Decreto “Cura Italia” dedica solo 4 articoli su 120, e lo 0,2% degli aiuti economici stanziati. Troppo poco per un settore che produce il 4% del prodotto interno lordo in Italia.
Parliamo di numeri: a fronte di una perdita di 45 milioni di euro a settimana per le sole palestre, gravate anche dal debito di servizi per il prolungamento degli abbonamenti, si aggiunge la preoccupazione per la questione spese che non si fermano. Nella fattispecie, chi ha una palestra, piscina o un centro sportivo in affitto presso un privato, dovrebbe continuare ad onorare i propri obblighi contrattuali nei confronti dei locatori, ma è assolutamente insostenibile. La sospensione degli affitti è stata prevista solo per gli impianti pubblici. Ma è utile specificare che anche in questo caso, alla data del 30 giugno 2020, sarà obbligatorio pagare i relativi canoni di locazione arretrati, onde evitare di incorrere in contenziosi”.

Come gestirete la questione abbonamenti?

“Gli abbonamenti sono un’altra questione spinosa. Gli operatori sono stati totalmente abbandonati in balia delle richieste di rimborso degli iscritti e di articoli minatori di alcune organizzazioni di consumatori. Per questo motivo Fitness Network Italia ha coordinato – insieme all’ente di promozione sportiva ASI Nazionale – la creazione del primo “Tavolo Nazionale per il Wellness”. L’incontro, tenutosi lo scorso 26 marzo ed al quale hanno partecipato le più importanti realtà del settore quali Virgin, McFit, Prime, FitExpress e le rappresentanze delle Piscine d’Italia Unite e delle Associazioni di Categoria delle aziende della filiera produttiva, ha avviato i lavori per un protocollo d’intesa con l’Unione Nazionale Consumatori. L’obiettivo di questo protocollo è quello di definire una linea comune che sia a favore dei consumatori, tenendo anche in debita considerazione l’eccezionalità di questa pandemia e le esigenze degli operatori”.

A cosa ha portato la prima riunione del “Tavolo Nazionale per il Wellness”?

“Come già sottolineato in precedenza, mai come ora si è reso necessario per gli operatori del settore essere coesi ed uniti negli intenti. Il primo traguardo è stato proprio riuscire a riunire allo stesso tavolo, per la prima volta in vent’anni, colossi del settore, medie imprese sportive e piccole realtà. In questo particolare momento stiamo tutti patendo le stesse problematiche. Abbiamo attivato un osservatorio per studiare i danni economici prodotti dall’emergenza Coronavirus al nostro settore e stimare il reale danno economico subito dal settore fitness & wellness”.

Fitness Network Italia: “ASI Nazionale porterà al Governo i dati raccolti”

“Queste importanti informazioni serviranno al Presidente di ASI Nazionale, il Senatore della Repubblica Italiana Claudio Barbaro, ad informare e sensibilizzare il Governo. Forniremo numeri precisi e specifici riguardo la gravità della situazione del nostro settore. C’è una impellente necessità di stanziare ulteriori fondi. Quelli previsti nel decreto “Cura Italia”, ovvero 50 milioni di euro, sono sufficienti a coprire l’indennità di 600 euro solamente per 83 mila operatori del settore. Gli operatori del fitness & wellness, in Italia, sono oltre un milione”.

Dunque, cosa chiede Fitness Network Italia al Governo?

“Come prima cosa chiediamo di aumentare il fondo destinato alle indennità dei nostri collaboratori, perché è fondamentale tutelarli ed evitare che cadano anche loro nei problemi economico-sociali in cui già si trovano gli imprenditori titolari di Palestre, Piscine e Centri Sportivi. In seguito chiederemo maggiori tutele per gli imprenditori rispetto ai contratti di affitto tra privati. Il fine ultimo è quello di evitare che alla riapertura molti Club non abbiano più la forza economica per riaprire, a causa della mole di debiti contratti in questo periodo di stop. Auspichiamo, inoltre, degli aiuti per la ripresa economica”.

Andrea Pambianchi, Presidente di Fitness Network Italia: “Gli operatori dello sport non sono solo i calciatori di Serie A”

“Non dimentichiamoci l’importantissimo ruolo sociale di tutto il movimento dello sport di base come sistema di prevenzione di moltissime malattie. Malattie causate dalla sedentarietà, dalla cattiva alimentazione e dallo stare troppo tempo seduti sul divano a guardare anche le partite di calcio. Il settore sportivo non è solo quello dell’intrattenimento in tv, e gli operatori dello sport non sono soltanto i calciatori di Serie A”.

Luca Cerchione

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