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Ed è rete: si gonfia la rete, episodio 3 – Il gol da record di Higuain

Higuain

Ed è rete: si gonfia la rete è una rubrica ideata col proposito di descrivere i gol che hanno fatto la storia del Napoli. Un autentico viaggio attraverso le emozioni che hanno segnato gli attimi più importanti del club partenopeo. Un resoconto, o meglio, un racconto delle grandi prodezze che –  nel loro significato simbolico – hanno fatto sognare il golfo più bello del mondo.

“E’ una gioia immensa poter superare questo record, però ci tengo a ringraziare la mia famiglia, tutta Napoli, la squadra e lo staff tecnico. Mi sento molto orgoglioso perché tutti mi hanno aiutato a fare questo. Sapevo che potevo farcela, ma per riuscirci dovevo stare calmo, al primo tempo non ci sono riuscito, ma poi ce l’ho fatta”.

Con queste dichiarazioni nel post partita di Napoli-Frosinone ai microfoni di Premium Sport, Gonzalo Higuain mostra tutta la sua emozione per essere entrato nell’epica del Napoli e della Serie A. Parole d’amore verso un pubblico che lo ha osannato e trascinato verso il raggiungimento di un record storico: 36 gol in campionato. Nessuno come lui.

Arrivato dal Real Madrid il 29 luglio 2013,  è chiamato a sostituire il Matador Cavani. Compito arduo ma da cui esce alla grande collezionando 146 presenze, 91 gol, 26 assist e 2 trofei. Dopo i primi due anni a ritmo altalenante, il terzo e anche ultimo in azzurro è impressionante. L’arrivo di Maurizio Sarri trasforma Gonzalo in una macchina da gol perfetta. I due stringono un rapporto fortissimo. Il nuovo mister riesce a toccare le corde giuste per smuovere l’animo fragile del giocatore, tragicamente caduto l’anno prima a causa del rigore sbagliato contro la Lazio nell’ultima giornata di campionato. 11 metri fatali per il Napoli. Quell’errore è costato agli azzurri la tanto agognata qualificazione in Champions.

Quasi come un visionario Aurelio De Laurentiis vede in Sarri il regista perfetto e Higuain diventa il principale interprete di una tra le stagioni più belle mai vissute all’ombra del Vesuvio. Il colpo di scena finale è da film. Il Pipita supera il record dei 35 gol in un singolo campionato di Nordahl, durato 66 anni, e firma il suo 36esimo gol inventando, sotto il cielo del San Paolo, una rovesciata perfetta che lo proietterà in modo permanente nella storia del calcio italiano.

Gonzalo Higuain

Higuain: una rovesciata magistrale

Il 14 maggio 2016 va in scena l’ultima giornata di campionato. Per l’occasione il Napoli ospita il Frosinone con l’obiettivo di difendere il secondo posto da una Roma distante appena due punti. Il San Paolo è pieno e pronto a dare tutto il suo sostegno alla squadra e, in particolare, ad Higuain. Nonostante la pioggia incessante, sono tutti in piedi, pronti ad assistere alla nascita del mito.

Il primo tempo non è dei migliori, la formazione ciociara tiene banco agli affondi partenopei. Il Pipita, presentatosi alla sfida con 33 gol al seguito, sembra risentire la pressione e si divora un gol praticamente fatto a tu per tu col portiere. Primi 45 minuti stregati, in cui il Napoli riesce a trovare il vantaggio solo nel finale con la firma del capitano Marek Hamsik. Il copione della seconda metà di gioco cambia, il 9 azzurro scioglie la tensione e al 50′ firma il gol che lo porta ad un passo dal record.

Il pubblico è in delirio, l’argentino prende fiducia e pochi minuti dopo gonfia nuovamente la rete con un tocco al volo preciso su assist di Hysaj. Esultanza liberatoria per Gonzalo. Raggiunto il record di Nordahl che sembrava inarrivabile soprattutto dopo la squalifica di 4 turni – poi ridotti a 3 – rimediata 7 giornate prima a Udine, dove i sogni scudetto si sono infranti.

Ma quel giorno il fato aveva in serbo qualcosa di ancor più grande, oltre i limiti dell’immaginazione. Con un media di un gol ogni 10 minuti il Pipita si iscrive al tabellino per la terza volta. L’azione è avvolgente, Hamsik appoggia la palla a Mertens che punta l’avversario e pennella un assist al bacio per Higuain che, al limite dell’aria di rigore, la stoppa di petto ed esegue una rovesciata magistrale che si insacca alle spalle del portiere. Standing ovation di un San Paolo incredulo che per la 36esima volta urla a gran voce il nome del suo bomber. E’ il 70′ minuto, viene scritta una nuova pagina di storia.

“Con noi, o chissà con chi, il tuo nome resterà scolpito per sempre in Italia e nei nostri cuori”. – Raffaele Auriemma, durante la telecronaca del gol.

Un trionfo azzurro, nuovo record e secondo posto raggiunti. A fine partita tutti i giocatori festeggiano sotto la curva, Higuin intona il famosissimo ritornello di “un giorno all’improvviso” e bacia il SUO pallone. Nessuno poteva immaginare che quella sarebbe stata la sua ultima volta al San Paolo con la maglia azzurra. Il 26 luglio di quell’anno passa alla Juventus per 90 milioni lasciando una città intera in lacrime. L’argentino da portavoce di una rivoluzione diventa traditore del popolo.

I due volti di una rivoluzione tradita

Cosa sarebbe successo se fosse rimasto al Napoli? Una domanda posta da tutti i sostenitori partenopei che, però, non ha mai trovato risposta. L’immaginario collettivo era incline all’idea di una nuova rivoluzione. Argentino dal piede caldissimo e leader di un popolo che sognava lo scudetto, vi ricorda qualcuno? Purtroppo la storia segue diverse sfaccettature. Più che l’alter ego di Maradona, il Pipita diventa il nuovo Masaniello. I due percorrono un tracciato simile. Lo storico pescatore napoletano riuscì a compiere l’impresa di liberare Napoli dall’oppressione fiscale spagnola per poi schierarsi dalla parte dei potenti. Diventò un tiranno, bramoso di potere. I suoi abiti non erano più quelli di un “pescivendolo” ma di un “nobiluomo“. Allo stesso modo Higuain diventa l’emblema di una rivoluzione tradita. Abbandona gli ideali di un popolo che lo aveva eletto a Re e diventa una pedina qualsiasi del sistema oligarchico juventino.

“Così fu quell’amore dal mancato finale, così splendido e vero da potervi ingannare”.

ED E’ RETE: SI GONFIA LA RETE, EPISODIO 1 – LA PUNIZIONE “DIVINA” DI MARADONA

ED E’ RETE: SI GONFIA LA RETE, EPISODIO 2 – IL PALLONETTO DI CAVANI

Antonio Del Prete

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