Leggenda dell’Inter dei record di Trapattoni e della nazionale delle notti magiche al Mondiale italiano del 1990, appesi i guantoni al chiodo, l’attuale tecnico del Cagliari ha iniziato ad allenare alacremente, senza mai guardare al campionato e al mero guadagno: Italia, Usa, Romania, Serbia, Turchia, Emirati Arabi, Inghilterra. Con passione e sincerità, i mantra di una vita.
Cagliari, tanti auguri mister Zenga: lo storico ex portiere compie 60 anni
Walter Zenga è nato a Milano il 28 aprile del 1960. Tre volte miglior numero 1 al mondo, ha difeso per anni anche la porta della nazionale italiana. Per Gianni Brera era il Deltaplano, poi si autodefinì Uomo Ragno. Oggi è l’allenatore del Cagliari. Con l’Inter Zenga gioca dal 1982 fino al 1994, vincendo praticamente tutto: saranno 473 gli incontri disputati in maglia nerazzurra per quello che dal 1989 al 1991 è stato votato come miglior portiere del mondo. Poi alla Samp, in nazionale: tante parate prodigiose, purtroppo macchiate da un macigno. Una partita delle notti magiche mondiali ’90, disputata al San Paolo di Napoli contro l’Argentina di Maradona, l’Italia conduceva per 1-0 grazie a un goal di Schillaci quando, al 67′, su un cross in area azzurra di Goicoechea, Zenga uscì a farfalle e Caniggia lo anticipò di testa insaccando il gol del pareggio; la partita terminò poi ai calci di rigore con l’Argentina che vinse volando in finale mentre l’Italia dovette accontentarsi della finalina per il terzo posto, vinta contro l’Inghilterra. Appesi i guantoni, Walter sembra vivere nella costante condizione di sentirsi un allenatore incompreso. Le sue idee di calcio hanno attecchito meglio all’estero che in Italia, sicuramente non ha mai lasciato nulla al caso. Ha vissuto tutto con passione. “Vivo il mio lavoro al cento per cento, quando alleno mi sveglio anche la notte e mi metto a studiare determinate situazione di gioco”, ha di recente dichiarato alla Gazzetta dello sport. Tra i pali sapeva regalare emozioni, da allenatore ha conquistato tanti fan, in barba alle realtà diverse che ha deciso di abbracciare. “Sono pronto”, ripete ogni volta che lo interpellano. A guardare i suoi occhi, in cui brilla la passione e la sincerità di sempre, viene da credergli.
Andrea Fiorentino
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