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AZZURRO SBIADITO – Anselmo Robbiati, il nipote di Fonzie non parla napoletano

Anselmo Robbiati
Nella stagione 1999/2000 Anselmo Robbiati risultò essere il flop più sonoro degli azzurri, nonostante la promozione in Serie A

Azzurro Sbiadito è la rubrica nella quale si raccontano le carriere di calciatori che nel Napoli non solo non hanno lasciato un segno positivo ma che, anzi, vengono ricordati soprattutto per prestazioni negative o incolori. Potenziali campioni che invece si sono rivelati degli acquisti infelici.

Prima di ricordi che poi si trasformeranno in incubi, caratterizzando l’ultimo periodo del vecchio Napoli, la stagione 1999/2000 aveva regalato agli azzurri una delle pochissime gioie di quegli anni, ovvero la promozione in Serie A (raggiunta peraltro con una giornata d’anticipo, dopo la vittoria firmata Schwoch per 0-1 sul campo della Pistoiese). Oltre all’attaccante, tanti furoni i protagonisti di quella cavalcata. Tra i calciatori che invece non si segnalarono per le buone prestazioni, Anselmo Robbiati probabilmente occupa un posto di rilievo. Il calciatore mancino rappresenta senza ombra di dubbio il flop più sonoro del Napoli in quella stagione.

Azzurro Sbiadito, episodio 17: Anselmo Robbiati

La storia di Robbiati sembra quella del tipico calciatore di provincia che riesce a emergere nelle categorie che contano. Originario di Lecco, gioca dal 1997 fino al 1993 nel Monza. Oltre a segnare tanti gol e servire molti assist per i compagni, Robbiati trova la genesi del suo soprannome, che lo caratterizzerà per tutta la carriera. Il compagno di squadra Giovanni Stroppa – oggi allenatore del Crotone, in Serie B – inizia infatti a chiamarlo Spadino, a causa della somiglianza con il personaggio della nota serie tv Happy Days, nipote on screen di Fonzie. Robbiati è un calciatore molto forte, tecnico, con un’ottima visione di gioco. Ed è per questo che la Fiorentina, finita in Serie B, vuole puntare su di lui per tornare grande.

Robbiati resterà in viola proprio fino al 1999. Aiuterà la squadra a riconquistare la Serie A e sarà pure decisivo per i trionfi di Coppa Italia e Supercoppa italiana. In quegli anni Robbiati in realtà raramente parte titolare anche a causa dell’affollamento nel reparto offensivo ma gli viene riconosciuta una grande capacità di subentrare e cambiare la partita, un po’ come il primo Mertens nell’era Benitez. Della sua avventura viola si ricordano infatti anche tantissimi gol alle big, tra cui Juventus e Milan oltre che gli azzurri. E proprio il Napoli deciderà di puntare su Robbiati per tentare di riconquistare la massima serie.

Pochi gol non bastano

Nell’ambito della campagna di rafforzamento degli azzurri, Robbiati era visto come un vero e proprio lusso per il campionato di Serie B. Con il Napoli però avrebbe dovuto avere l’opportunità di ritagliarsi finalmente uno spazio da titolare fisso, sia per la grande esperienza che per la grande ambizione del club. Il Napoli, l’anno precedente, aveva terminato il campionato soltanto al 9° posto e voleva riscattarsi dopo una stagione al di sotto delle aspettative. L’annata di Robbiati in azzurro però sarà piuttosto anonima. Il fantasista giocherà infatti 29 partite tra campionato e Coppa Italia, segnando solo 4 gol. Quelli in Serie B varranno il pareggio contro la Ternanta (doppietta per lui), mentre quelli nella coppa Nazionale consentiranno una vittoria a Como e un pareggio a Bari. Robbiati può festeggiare l’ennesima promozione ma la sua avventura al Napoli termina subito. Così come la sua carriera ad alti livelli.

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Il trampolino sembra in realtà molto invitante, perché nella stagione successiva Robbiati viene acquistato da un’Inter in rifondazione. Resterà in nerazzurro fino a gennaio 2001 giocando solo una gara in Coppa Italia, poi verrà presto al Perugia. Complice il rendimento comunque positivo dei mesi in Umbria (12 presenze e 3 gol), Robbiati viene richiamato dall’Inter ma anche questa volta resiste solo fino a gennaio, diventando un fantasma nella rosa nerazzurra. Si cerca il gran ritorno alla Fiorentina ma in questo caso le cose andranno male, con sole 5 presenze. Con la maglia viola Robbiati aveva esordito in Serie A e quella della squadra di Firenze sarà anche l’ultima maglia che indosserà nella massima serie.

Anselmo Robbiati veste in seguito le maglie di Ancona, Grosseto, Monza, Como e Figline, prima di ritirarsi all’età di 39 anni. Attualmente è il tecnico proprio della sua ultima squadra, ora conosciuta con la denominazione di Valdarno. La carriera di Robbiati è stata a tratti un controsenso: abbagliante agli inizi, con tante vittorie ma anche poco sufficiente nei momenti decisivi. Nonostante questo, a differenza di altri, almeno lui sarà ricordato con piacere per una stagione andata a buon fine. E, mal che vada, poteva comunque vantare un paragone televisivo niente male!

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Claudio Agave

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