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Ed è rete: si gonfia la rete, episodio 5 – Koulibaly, testa e cuore allo Stadium

NAPLES, ITALY - AUGUST 25: Kalidou Koulibaly player of SSC Napoli celebrates the victory after the serie A match between SSC Napoli and AC Milan at Stadio San Paolo on August 25, 2018 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Ed è rete: si gonfia la rete è una rubrica ideata col proposito di descrivere i gol che hanno fatto la storia del Napoli. Un autentico viaggio attraverso le emozioni che hanno segnato gli attimi più importanti del club partenopeo. Un resoconto, o meglio, un racconto delle grandi prodezze che –  nel loro significato simbolico – hanno fatto sognare il golfo più bello del mondo.

“Ricordo ancora il rumore dell’impatto del pallone sulla mia fronte. Poi quell’attimo di silenzio. E poi l’abbraccio di José e di tutti gli altri. Intanto, nella mia testa, rivivevo tutta la mia vita: attraverso la gioia di un popolo”Kalidou Koulibaly.

Arrivato al Napoli senza troppo clamore, Koulibaly – dopo un primo anno da dimenticare – è riuscito ad imporsi nel campionato italiano guadagnandosi l’appellativo di uno dei migliori difensori della Serie A. La stagione in cui si è consacrato definitivamente è, sicuramente, quella del “mancato scudetto”. Stagione 2017/2018, il Napoli è protagonista della miglior annata della sua storia recente. Quell’anno Sarri riuscì a creare una macchina da gioco a dir poco perfetta. 92 punti conquistati e un sogno scudetto svanito a Firenze, in seguito ad una partita maledetta terminata 3-0 per la Fiorentina.

Di quel campionato strepitoso, però, ricordare semplicemente quella sconfitta sarebbe riduttivo. Il cammino fino a quella partita fu condito da partite perfette, raggiunte grazie alla classe di campioni del calibro di Dries Mertens, Josè Callejon e Lorenzo Insigne, in cui tutto gira per il verso giusto. Da non omettere, però, anche le vittorie raggiunte con le unghie e con i denti, in cui tutto sembra far pensare ad un pareggio o sconfitta, e solo il coraggio di uomini che ci credono fino alla fine può far agguantare il risultato sperato: tutti ricordano il gol da infarto di Diawara a tempo scaduto contro il Chievo. Tuttavia, se la tifoseria napoletana dovesse trovare un simbolo per quell’annata, di sicuro inquadrerebbe la trasferta di Torino contro la Juve come LA partita.

Era la 34esima giornata di uno dei campionati italiani più belli degli ultimi anni, il Napoli affronta la Juventus nella sua fortezza: lo Juventus Stadium. Gli azzurri non avevano mai vinto in quello stadio. Quel giorno però, l’unico risultato possibile per continuare il sogno scudetto era proprio la vittoria. Di solito quando si affrontano due squadre così forti, tutti aspettano la giocata del campione. Invece no, in questi momenti la classe è propria di tutti, è il coraggio insito nei pochi che contraddistingue la squadra che agguanta la vittoria. In quei 90’ minuti di gioco, tra i vari Mertens, Dybala, Hamsik e Higuain in campo, chi dimostrò più audacia fu Kalidou Koulibaly, capace di annullare il Pipita e sovrastare Benatia segnando il gol più importante della sua carriera.

(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

La conquista dello Stadium

Il testa a testa serrato col Napoli fece perdere molte certezze ai bianconeri che prima di quel match si trovarono a +4 sulla squadra di Sarri. Attesa come una partita effervescente, piena di gol ed emozioni, non riuscì a rispettare le attese: le due squadre si annullarono a centrocampo e, oltre un palo di Pjanic e qualche parata di Buffon, non vi è null’altro da segnalare. Le due difese furono le protagoniste.

La difesa juventina – orfana di Chiellini dopo soli 10 minuti di gioco – è stata capace di ridurre al minimo le iniziative del Napoli. Allegri, tecnico della Juve, preparò quella partita puntando tutto sulla parte difensiva, si accontentava anche del pareggio che – a quattro giornate dal termine – avrebbe consegnato di fatto il titolo alla Vecchia Signora. Sarri, al contrario, fedelissimo al suo stile di gioco, preparò la partita come al solito, difesa alta e pressing sul primo possesso. Mossa azzeccatissima, Koulibaly e tutta la difesa riuscirono ad annullare le offensive dei bianconeri.

Dopo un primo tempo privo di qualsivoglia emozione, il secondo tempo segue la stessa linea d’onda. Nonostante i cambi dei due allenatori con Milik da una parte e Cuadrado e Mandzukic dall’altra, la partita non si sblocca. Sembra sia l’epilogo di un pareggio con più ombre che luci. La partita arriva al 90’, uno degli ultimi affondi del Napoli si tramuta in calcio d’angolo. Callejon si appresta a battere il corner, in aria c’è un mucchio selvaggio. Il cuore di tutti i napoletani è fermo, pronto ad esplodere nel caso in cui arrivasse un miracolo.

Parte il cross in aria, Koulibaly – sospinto dalla forza di tutto un popolo – sovrasta Benatia e con un colpo di testa perfetto buca Buffon. Ed è rete: si gonfia la rete. Lo Stadium di punto in bianco si ammutolisce. Tutto il Napoli abbraccia il suo difensore, capace di saltare 2 metri e mezzo e regalare ancora speranza alla città. La Juventus cerca un disperato attacco finale, tutto inutile. La partita termina con la vittoria azzurra.

Per la prima volta il Napoli riesce a conquistare lo Stadium. Al ritorno in città la squadra viene avvolta dal calore di tutta la tifoseria che intona a gran voce il coro ormai famosissimo: “Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione”.

La Caporetto napoletana

Nella buona e nella cattiva sorte, Koulibaly fu l’assoluto protagonista di quelle settimane caotiche. La giornata di campionato successiva vedeva la Juventus impegnata a Milano contro l’Inter nell’anticipo serale; il giorno dopo il Napoli a Firenze. La partita a San Siro finisce con un rocambolesco e criticatissimo 2-3 in favore dei bianconeri con Higuain che firma la rete decisiva.

La formazione di Sarri, ferita nel cuore a causa degli episodi molto dubbi in favore della Juventus, scende in campo all’Artemio Franchi di Firenze per ridurre nuovamente le distanze dai primi in classifica. I giocatori, distrutti dagli sforzi delle ultime settimane, partono male e proprio Koulibaly – che una settimana prima aveva regalato speranze – viene espulso per fallo da ultimo uomo su Simeone. Dalle stelle alle stalle, come si suol dire.

Quel momento, per molti, è considerato come la Caporetto del Napoli. La partita finisce 3-0 per la Fiorentina e sancisce la fine dei sogni di gloria di un intero popolo. Nonostante quel tragico finale, quella magnifica cavalcata resterà per sempre un ricordo indelebile nell’immaginario collettivo di tutta la tifoseria partenopea.

ED E’ RETE: SI GONFIA LA RETE, EPISODIO 4 – IL GOL PROMOZIONE DI CALAIO’

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Antonio Del Prete

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