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Interviste

Pazienza: “Il mio Napoli metteva il cuore in campo! Serie A? Meglio finirla qui” (Esclusiva)

Pazienza
Michele Pazienza racconta a Gonfialarete.com del suo Napoli, ma anche di Serie A e di ex compagni di squadra.

C’è un Napoli che ha lasciato un segno particolare nel cuore dei tifosi, i quali ricordano ancora oggi con tanto affetto e ammirazione le gesta di quei calciatori in campo. C’era cuore, grinta e determinazione. Ogni partita era la sceneggiatura di un folle autore, che trascinava nel finale il punto più alto delle emozioni. Era il Napoli di Walter Mazzarri, quello che aveva riacceso i sogni di una città che stava assistendo alla rinascita di un club dopo il drammatico fallimento. Anni di palpitanti rimonte, di rivalsa, di stelle nascenti… tutto incorniciato dal pàthos delle telecronache di Raffaele Auriemma. È di quel Napoli che fatto parte Michele Pazienza, uno degli undici titolarissimi del tecnico livornese.

È impressa nella mente di ogni supporter la formazione degli 11 titolarissimi del tecnico livoernese, che portò la squadra azzurra nella massima competizione europea dopo 21 anni. Sono De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Aronica, Maggio, Gargano, Pazienza; Dossena, Hamsik, Lavezzi e Cavani.

Michele Pazienza, una vita da mediano

Ha incarnato alla perfezione il modello di professionista, dinamico, pronto a sacrificarsi per la squadra: ‘una vita da mediano’ avrebbe detto Luciano Ligabue. Michele Pazienza ha tirato i primi calci al pallone a San Severo, attirando le attenzioni del Foggia. Ad accorgersi del suo talento è stato Luciano Spalletti che nel 2003 lo chiama a Udine e lì diventa l’uomo chiave del centrocampo bianconero. Dopo l’esperienza viola sotto la guida di Prandelli, arriva a Napoli dove Mister Mazzarri crede subito in lui. Si è ritirato del 2017 dopo aver giocato in diverse squadre tra le quali Juve e Bologna. Oggi è un allenatore in attesa di una nuova avventura dopo quella di Siracusa.

L’ex centrocampista partenopeo ha raccontato della sua esperienza napoletana (e non solo) a Gonfialarete.com.

‘Il mio Napoli aveva meno qualità, ma ci metteva il cuore’

“Il mio Napoli era più ‘umano’, più vicino ai tifosi. Certamente era una squadra con meno qualità rispetto alle rose che hanno seguito, ma un era un Napoli che probabilmente aveva più cuore. Metteva in campo tutto sé stesso e questo andava a sopperire tutti quei limiti e quelle mancanze che, ad esempio, la squadra di oggi non ha. C’è un partita che mi resterà sempre nel cuore, quella con la Juventus in casa. È stata una vittoria schiacciante contro una grande rivale, ottenuta in modo così netto. Non dimenticherò mai l’entusiasmo dei tifosi al triplice fischio, ho visto il San Paolo tremare. È stata un’emozione fortissima”.

‘Quel Napoli stava rinascendo…’

Qualificazione in Champions nel 2011? Una gioia immensa. Quello era un Napoli che stava rinascendo. Era un club che ripartiva dalla Serie C, poi è passata in B fino ad ottenere la promozione in Serie A. Magari il primo anno nel massimo campionato italiano si è affacciato in una maniera un po’ timida, ma poi è arrivata a conquistare la qualificazione prima in Europa League e poi in Champions. Il Napoli ritornava in un palcoscenico così glorioso, dove la città merita di stare”.

‘Mazzarri mi ha dato tanta fiducia, ha influito anche nella mia carriera da allenatore’

“Mazzarri ha dato un’ anima alla squadra, ha dato idee. Ci ha fatto raggiungere quelli che erano gli obiettivi, è stato molto bravo. Poi a livello personale è stato uno dei Mister che mi ha dato più fiducia, mi ha fatto esprimere al meglio. Personalmente rimane uno dei tecnici  più importanti della mia carriera. Lo è stato anche per il mio percorso da allenatore, ma come tanti altri. Ho avuto la fortuna di avere allenatori davvero bravi e preparati come Conte, Spalletti, Prandelli, Marino e Pioli”.

‘Serie A? Meglio chiudere i campionati per due motivi’

“Ripresa della Serie A? I dubbi sono sicuramente giusti, non è un situazione semplice. Chiaro che se dovessi pensare a un fattore economico direi sì alla ripartenza, ma io credo che già in passato è stato fatto l’errore di mettere in primo piano l’aspetto economico rispetto alla salute degli atleti. Secondo me, bisognerebbe trovare una soluzione e sospendere definitivamente i campionati. Questo per salvaguardare la salute dei calciatori e non andare a intaccare la stagione successiva. Immagino che nei primi allenamenti potrebbe esserci un po’ di timore. Questa è una situazione anomala, perché non sappiamo come si svilupperà il virus, non sappiamo cosa va a intaccare a livello fisico. E proprio perché il calcio è un gioco molto fisico bisogna valutare bene come agire”.

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‘Gattuso ha capito il problema della squadra! Demme? Mi ha impressionato’

“All’inizio Gattuso ha avuto un po’ di difficoltà, ma era plausibile perché aveva bisogno di conoscere l’ambiente e capire cosa non andasse. Il Napoli ha una rosa importante che non stava raggiungendo i risultati attesi. Quando Gattuso ha capito il reale problema della squadra, ha preso le giuste contromisure e ha iniziato un percorso interessante.

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Demme? Ha trovato continuità e ha dato tempo e ritmo al gioco Napoli. È un calciatore che mi ha impressionato tanto per l’impatto che ha avuto con la squadra, ma anche con la città e i tifosi. Ha messo a disposizione subito le sue caratteristiche e la sua esperienza”.

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‘Hamisk, Cannavaro e Lavezzi guide per il nostro spogliatoio’

“Quando parlavo del mio Napoli parlavo di una squadra con più un cuore, molto umana. Aveva giocatori che mantenevano lo spogliatoio sano e riuscivano ad essere delle guide per il gruppo. Parlo di ragazzi come Hamisk, Cannavaro e ma anche Lavezzi, anche se in maniera diversa. Il Pocho era un calciatore straordinario, ma anche una persona altrettanto meravigliosa, molto generosa. Con il suo modo di fare riusciva a coinvolgere tutta la squadra”.

‘Il Napoli non deve rinunciare a Mertens e a Milik’

Per il Napoli che vuole crescere non deve rinunciare né a Milik e né a Mertens. Sono due giocatori importanti che già conoscono la realtà di Napoli e due attaccanti forti. Milik ha avuto dei problemi fisici all’inizio, ma nel momento in cui è riuscito a fare bene ha dimostrato di essere un giocatore che può essere importante nella rosa azzurra. Mertens è un fuoriclasse. In più occasioni ha mostrato il suo volere, credo sia giusto e doveroso trovare un accordo affinché possa rimanere in azzurro.

Rumors su Cavani? È un giocatore importante, che sposta gli equilibri. Ritornerebbe a Napoli con qualche anno in più, ma bisognerebbe capire le sue motivazioni, cioè quanto desiderio ha di tornare e in base a quello fare delle scelte”.

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Serena Grande

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