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Il Sole 24 ore – Gli aiuti allo sport: Cig in deroga e rinvii di canoni e imposte

Spadafora ministro sport

Nell’ultimo provvedimento varato dal Consiglio dei ministri per gli aiuti e la ripresa dell’economia gli interventi a sostegno del settore sono diversi. Il noto quotidiano economico-finanziario italiano fa un’analisi approfondita delle diverse norme per l’industria sportiva.

Il Sole 24 ore – Gli aiuti allo sport: Cig in deroga e rinvii di canoni e imposte

Nel decreto Rilancio hanno trovato spazio diverse norme per l’industria sportiva. Anche se le misure approntate sembrano possedere soprattutto un’ottica di breve periodo per tamponare l’emergenza finanziaria. Dalla Cig in deroga all’ulteriore rinvio di imposte e contributi al 16 settembre, passando per la sospensione dei canoni di locazione per gli impianti, gli interventi del provvedimento sembrano infatti avere soprattutto una funzione da Helicopter money piuttosto che favorire la sostenibilità strutturale dell’ecosistema sportivo.
Per fronteggiare i tuttora incalcolabili danni economici generati dalla pandemia di Covid-19, Leghe, Federazioni, società e associazioni di base, ai attendevano (e si attendono) dal Governo aiuti e riforme che pongano le basi per una ripartenza duratura e stabile. Anche se non mancano le opinioni discordanti, come quella del Presidente della Figc Gabriele Gravina che ha parlato di “un passaggio fondamentale per tutto il calcio italiano”.

“Fondo salva sport”

È sintomatico per capire le ragioni della delusione che serpeggia nel settore quanto accaduto con l’istituzione del Fondo Salva Sport nel quale confluirà una quota delle scommesse sportive (nel 2019 le sole puntate sul calcio hanno raggiunto i 10,4 miliardi, con un gettito per il Fisco di circa 250 milioni). La proposta iniziale prevedeva la devoluzione al solo calcio di una percentuale dell’1% della raccolta come avviene in Francia. Nelle varie stesure del decreto Rilancio – anche per tener conto dell’impatto del lockdown sul comparto giochi – questa percentuale è scesa allo 0,75 per arenarsi poi allo 0,3 per cento. Per cui il Fondo sarà alimentato, peraltro per soli 3 anni, entro questo limite e “comunque in misura non inferiore a 40 milioni per l’anno 2020, e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022”.

Le misure per le liquidità

Tra le iniziative dirette a portare alle realtà sportive l’ossigeno finanziario necessario per superare la prolungata chiusura, si possono annoverare la nuova proroga delle scadenze contributive e fiscali e la prevista esenzione dal versamento del saldo Irap dovuta per il 2019 e della prima rata, pari al 40%, dell’acconto per il 2020, a favore delle imprese con un volume di ricavi fino a 250 milioni (in Serie A sono tagliate fuori Juve e Inter). Affinché questa misura sia efficace è indispensabile che ne sia confermata in sede applicativa la natura di sconto sull’Irap e non di mero rinvio al prossimo anno della quota parte di debito fiscale. Associazioni e società sportive, professionistiche e dilettantistiche, inclusi i club di Serie A, inoltre potranno pagare i canoni di locazione di stadi e palazzetti pubblici (o i diritti di superficie) per il periodo di inutilizzazione entro il 31 luglio o mediante rateizzazione fino a 4 rate mensili da luglio 2020. I concessionari le cui convenzioni scadranno entro il 31 luglio 2023, per compensare le maggiori spese in sicurezza e i minori ricavi di quest’anno, potranno chiedere la revisione della concessione e l’allungamento della durata.

Cassa integrazione

Per la prima volta sarà consentito accedere alla Cig in deroga anche agli sportivi che hanno un massimo di 50mila euro lordi di reddito. Nel calcio professionistico potranno beneficiare di questo ammortizzatore più della metà dei calciatori della Lega Pro. I club della Serie C hanno anche proposto al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora interventi più strutturali per tagliare il costo del lavoro e renderlo più flessibile, dal cosiddetto semi-professionismo all’apprendistato. Ma fin qui senza successo. Ai “collaboratori” sportivi anche per i mesi di aprile e maggio 2020, andrà un’indennità pari a 600 euro tramite Sport e Salute (lo stanziamento è di 200 milioni).

Altre misure

Sono poi estendibili al mondo dello sport altre regole del decreto Rilancio. Tra queste il contributo a fondo perduto per le piccole imprese fino a 5 milioni di fatturato. L’indennizzo è proporzionale alle perdite di ricavo subite ad aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019 (secondo l’ultimo testo disponibile, è del 20% per i fatturati fino a 400mila euro, del 15% per quelli fra 400mila e un milione e del 10% sopra). Analoga estensione si può prefigurare per il credito d’imposta sugli affitti (pari al 60% del canone) per gli immobili ad uso non abitativo versato a marzo, aprile e maggio 2020, sempre per lo stesso cluster di società, qualora abbiano subito una contrazione dei ricavi in questi 3 mesi di almeno il 50%sul 2019. E ancora per il credito d’imposta sulle spese di sanificazione degli ambienti di lavoro che ora vale il 60% (fino 60mila euro).

“Un altro credito d’imposta fondamentale per lo sport, quello sulle sponsorizzazioni 4.0, per ora non è stato introdotto – aggiungono Davide Rotondo e Pasquale Salvatore, partner di PwC TLS -. Si tratta di una misura a favore delle aziende che supportano lo sport a tutti i livelli e che impedirebbe il venir meno di tante realtà condannate, senza queste risorse, a sparire. Con un danno grave anche per l’Erario”.

La norma anti-ricorsi

Infine, per evitare la paralisi per l’ingente mole di controversie che potrebbero scaturire dalle decisioni federali in materia di prosecuzione o conclusione della stagione 2019/2020, il Decreto Rilancio abbrevia sia i gradi della giustizia sportiva (se ne occuperà il Collegio di Garanzia del Coni) sia quelli relativi a Tar e Consiglio di Stato.

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