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AIC, Tommasi: “Non si può giocare alle 16:30 a giugno e luglio. I giocatori vogliono ripartire in sicurezza, problema Covid-19 non è risolto”

“Quando si afferma che dobbiamo ripartire, chi decide non è chi va in campo. È ovvio che i calciatori esprimano le loro perplessità, il che non significa che non vogliono giocare, lo vogliono fare in una situazione normale di sicurezza. Se si dice che in panchina bisogna andare distanziati e poi in campo i calciatori si possono marcare su un calcio d’angolo, ma non abbracciare dopo un gol, non è una condizione di normalità. Magari tra un mese potrebbero cambiare anche le possibilità di allenarsi, giocare e risolvere tutte le criticità”. Il pensiero del presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi, intervenuto sull’account Facebook de Il Mattino.

AIC, Tommasi: “Non si può giocare alle 16:30 a giugno e luglio. I giocatori vogliono ripartire in sicurezza, problema Covid-19 non è risolto”

“Viviamo in un Paese dove il problema Covid-19 non è risolto – continua Tommasi -, quindi credo sia normale evidenziare che le criticità vanno affrontate e risolte. Una delle criticità maggiori e da risolvere è la partita alle 16.30 che in Italia a giugno e luglio non è pensabile. Oggi abbiamo atleti che dovranno fare partite ravvicinate e intense dopo un lungo periodo di inattività e quindi dovranno essere messi nelle condizioni migliori, anche dal punto di vista climatico. I calciatori non sono robot e quindi è chiaro che ci siano delle preoccupazioni, che riguardano anche il fatto che si dovrà giocare ogni tre giorni. È ovvio quindi che i calciatori esprimano le loro perplessità, il che non significa che non vogliono giocare, lo vogliono fare in una situazione normale di sicurezza”.

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