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Coppa Italia, ruggito Mertens che risponde ad Eriksen. Ma il Napoli è in finale grazie ad Ospina LE PAGELLE

David Ospina

La ripartenza è stata una storia lunga e sofferta fatta di alti e bassi, grosse frenate e accelerazioni improvvise. Qualche settimana fa, il solo suono del rimbalzo di una sfera avrebbe provocato una crisi di rigetto per una buona parte di italiani. Ora no. In un Paese che prova a ripartire, che lo faccia anche la più grande industria dello sport nazionale: con le semifinali di ritorno di Coppa Italia, riecco il calcio giocato nella Penisola. Dopo Juve-Milan di ieri, tocca a Napoli ed Inter sfidarsi per l’accesso alla finale, in programma il prossimo mercoledì. Si riparte dall’1-0 di San Siro per la squadra di Gattuso, nella gara decisa da un eurogol di Fabian. Niente abbracci, né pubblico né supplementari. Lo stadio è vuoto, le forze dell’ordine presidiano la zona di Fuorigrotta per evitare assembramenti all’esterno del Tempio azzurro. Si va in campo, dirige il signor Rocchi. Il primo calcio al virus dopo il virus, non sarà la partita del secolo, ma vale molto. È un primo battito. Con il capo chino, in un minuto di raccolta e il rispetto per chi non c’è più, compresa la giovane Francesca, adorata sorella di mister Gattuso. Ritmi abbastanza frizzanti, nonostante l’assenza di pubblico e i mesi di inattività forzata: meglio i nerazzurri nella prima frazione, subito in vantaggio con un’invenzione balistica di Eriksen da corner, poi pericolosi con Lukaku e Candreva (Ospina superlativo); i partenopei sfruttano gli spazi in ripartenza e pareggiano nel finale con Mertens, servito benissimo da capitan Insigne. I partenopei resistono agli assalti dei nerazzurri nella ripresa – Ospina si fa trovare pronto su Eriksen – e conquistano la finale di Coppa Italia. Si torna in campo già mercoledì per l’assegnazione della Coppa: allo stadio Olimpico di Roma andrà di scena Juventus-Napoli. La vita va ricostruita, pezzo per pezzo. Come se fosse un puzzle. E un altro pezzo delle nostre vite torna al proprio posto. Ci hanno ridato il calcio, e noi lo riprendiamo volentieri. Perché il calcio non è solo cazzeggio, ma industria e socialità. Perché il calcio non è – per chi lo segue con passione – un modo per passare il tempo, ma è parte di quel tempo. Come le cose a cui vogliamo bene e ci accompagnano da una vita: la nostra.

Coppa Italia, ruggito Mertens che risponde ad Eriksen. Ma il Napoli è in finale grazie ad Ospina LE PAGELLE

Diamo i voti ai protagonisti del match al San Paolo di Napoli tra gli azzurri e l’Inter di Antonio Conte. Scettro di MVP al colombiano David Ospina, reattivo in tre occasioni ghiotte per l’Inter e un piede raffinato che consente al Napoli di avviare l’azione che porta al gol. Bene anche il re del gol Mertens e Maksimovic, insuperabile. Tra i nerazzurri buona la prova di Candreva, Eriksen e Lukaku. Deludono Lautaro e Barella.

NAPOLI

Ospina 8: protagonista assoluto della prima frazione dopo il gol beffa dalla bandierina del danese Eriksen, con due interventi prodigiosi sul colpo di testa di Lukaku e la staffilata di Candreva. Guanti e piedi raffinati, perché proprio dal suo pregevole rinvio per Insigne nasce il pari di Mertens

Di Lorenzo 6: devia quanto basta per ingannare il suo portiere l’insidioso corner che vale il vantaggio degli ospiti, il resto è normale amministrazione.

Maksimovic 7: rileva l’infortunato Manolas, dimostra una condizione psico-fisica da invidiare. Sa stare in trincea, le palle alte sono tutte sue.

Koulibaly 6.5: torna a dirigere la difesa e il dirimpettaio d’attacco è un osso duro. Soffre ma non si arrende e porta a casa una buona prestazione.

Hysaj 5.5: preferito a Rui, soffre le scorribande di Candreva che è ispirato particolarmente stasera.

Elmas 5: in difficoltà, manca grinta e si fa vedere poco. 65° Fabian 6: l’eroe dell’andata si cala subito sul match con impegno. Più sciabola che fioretto.

Demme 6.5: fra i centrocampisti è quello che soffre meno il dinamismo degli avversari: è il solito uno che gioca per due. Bravo e disciplinato.

Zielinski 6: luce intermittente, come sull’albero di Natale, un po’ distratto nella fase di ripiego, anche se sempre piacevole nel palleggio. 85° Allan: deve prestare attenzione ai cattivi pensieri interisti. Li spegne sul nascere.

Politano 5.5: da ex interista, ci prova con più volontà dei compagni. Si era presentato alla ripresa in forma, ma la partita si presenta molto rognosa, nonostante l’impegno. 65° Callejon 6: il baffo come Zorro, un tiro e un paio di verticalizzazioni non riuscite. La forma arriverà, lui ha mantenuto il suo impegno con il Napoli fino alla fine.

Mertens 7.5: è diventato il miglior marcatore della storia del Napoli in tutte le competizioni, superando Marek Hamsik e raggiungendo quota 122 reti in azzurro. Fa il regista d’attacco, dà una mano in difesa. Imprescindibile. 75° Milik 6: sufficienza tattica. Palla al piede combina poco, ma i suoi movimenti aprono spazi interessanti.

Insigne 6.5: sgusciante, talvolta cocciuto. Ma dannatamente generoso. Serve l’assist a Mertens che vale la finale. 85° Younes sv: cinque minuti più recupero per ballare nel forcing finale dell’Inter. Lui non perde la bussola.

All. Gattuso 7: in un San Paolo insolitamente silenzioso poiché deserto, Si fanno sentire più del solito le urla di Conte e di Ringhio – al quale va il più sincero cordoglio per la prematura scomparsa della sorella Francesca – che non hanno mai vinto la Coppa Italia da allenatori.

INTER (3-5-2): Handanovic 6; Skriniar 6, De Vrji 5.5 (88° Ranocchia sv), Bastoni 5.5; Candreva 6.5 (72° Moses 6), Barella 5, Brozovic 5.5, Young 5.5 (72° Biraghi 6); Eriksen 7 (88° Sensi sv); Lukaku 6.5, Lautaro 5 (72° Sanchez 6). All. Conte 6.

 

Andrea Fiorentino

 

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