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Ed è rete: si gonfia la rete – Napoli-Milan, il ballo del Tanque in zona Mazzarri

German Denis

Ed è rete: si gonfia la rete è una rubrica ideata col proposito di descrivere i gol che hanno fatto la storia del Napoli. Un autentico viaggio attraverso le emozioni che hanno segnato gli attimi più importanti del club partenopeo. Un resoconto, o meglio, un racconto delle grandi prodezze che –  nel loro significato simbolico – hanno fatto sognare il golfo più bello del mondo.

Cuore, grinta, capacità di non mollare mai. Nel mezzo una buona dose di intuizioni tattiche e un pizzico di fortuna. Tutto questo e molto di più ha portato l’arrivo di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli. Il 6 ottobre del 2009 l’allenatore di San Vincenzo viene chiamato da De Laurentiis per sostituire Roberto Donadoni. Fin da subito porta una ventata nuova a Napoli, cambia radicalmente la mentalità della squadra che, dopo le prime 7 partite sotto la gestione dell’ex C.T. della nazionale, aveva mostrato segni di insicurezza e rassegnazione. L’esordio in panchina con vittoria in rimonta nei minuti finali ai danni del Bologna diventa il suo biglietto da visita.

Vincere o riacciuffare partite che sembrano perse in questo modo diventa proprio il suo marchio di fabbrica. Quell’anno saranno molteplici le partite dall’elevato rischio infarto per i tifosi partenopei. Da zona Cesarini si passa alla zona Mazzarri. Un filotto di partite che – alla fine della stagione – permetterà al Napoli di ritornare in Europa piazzandosi sesto in classifica.

Dopo il Bologna, anche la Fiorentina sul finale viene beffata da Maggio e arrivano altri 3 punti. Il primo stop arriva al San Paolo contro il Milan. Un pareggio però che sa di vittoria. Il Napoli agguanta nel finale una partita che sembra ormai indirizzata verso la sponda rossonera: la partita si conclude 2-2 grazie al ballo del Tanque Denis che insacca il pallone al fotofinish e fa esplodere il San Paolo. “L’infinito di Leopardi è stato scritto in questa partita”, dirà Raffaele Auriemma durante la telecronaca del match.

La rimonta in 5 minuti: Cigarini e Denis agguantano il Milan

Volendo fare un riassunto della partita tra Napoli e Milan utilizzando un semplice numero, non possiamo non pensare al 5. Nella smorfia napoletana è considerato ‘la mano’, come quella messa da Mazzarri sulla squadra. 5 poi sono i minuti che ha impiegato il Milan per portarsi in vantaggio di 2 gol all’inizio del primo tempo. Sempre 5, infine, sono i minuti di recupero assegnati dall’arbitro Rizzoli che hanno permesso al Napoli di rimontare lo svantaggio e portare a casa un punto fondamentale – più che per la classifica – per il morale.

Tuttavia l’esperienza di Mazzarri sulla panchina azzurra e quella partita non possono essere semplificati con un mero gioco matematico. No. Più che matematica, in quella partita, è entrata in scena la filosofia del mister che ha trasformato i giocatori in veri uomini. In campo nessuno mollava di un centimetro fin quando non sentiva il triplice fischio dell’arbitro.

Napoli-Milan racconta della decima giornata del campionato di Serie A 2009/2010. Racconta di un Pippo Inzaghi rapinatore d’area di rigore e di un brasiliano con la faccia da bambino, Alexandre Pato. Ma racconta anche di un Napoli tanto pazzo quanto bello che ha fatto innamorare tutti i suoi tifosi.  I rossoneri nei primi 5 minuti di gioco portano in vantaggio il Milan e affondano – Inzaghi con il sinistro, Pato con il destro – il Napoli. Il San Paolo viene letteralmente paralizzato.

Il Napoli però ha 85 minuti per tentare la rimonta. Infatti la storia della partita vede gli azzurri attaccare e i rossoneri cercare di abbassare i ritmi con il possesso palla. Le statistiche dicono 20 tiri in porta – di cui 10 nello specchio – per il Napoli e 6 (3 in porta) per il Milan. La partita sembra stregata, man mano che il tempo scorre sono sempre meno quelli che ci credono. Mazzarri, invece, è sempre lì ad incitare i suoi ragazzi. Trasmette quella convinzione che nulla è impossibile, nemmeno a 5 minuti dal termine.

A metà del secondo tempo decide di cambiare qualcosa, inserisce Cigarini al posto di Pazienza e Denis per sostituire Quagliarella. Due mosse che si riveleranno fondamentali. Piano piano le speranze di tutti i tifosi iniziano a svanire. Anche il presidente De Laurentiis si arrende e al minuto 89, prima del 12esimo corner in favore del Napoli, si alza sconsolato per uscire dallo stadio. Mai momento fu più sbagliato. Dagli sviluppi di quel calcio d’angolo Cigarini, con una botta al volo di sinistro, accorcia le distanze. Dida non può nulla, lo stadio improvvisamente si risveglia. Una bolgia che fa tremare le gambe ai diavoli rossi che iniziano ad avere davvero paura.

E’ il 90′ e Rizzoli dà 5 minuti di recupero. La porta rossonera viene assediata e proprio “quando sembrava impossibile” arriva l’incornata vincente di Denis. L’azione è avvolgente, la palla arriva in area di rigore, Maggio la raccoglie e mette in mezzo il pallone sul quale si fionda il Tanque che anticipa il difensore e insacca la palla alle spalle di Dida. Ed è rete: si gonfia la rete. Il San Paolo libera tutta la sua gioia, la panchina azzurra corre entusiasta in campo. Il Napoli l’ha ripresa in 3 minuti.

Un pareggio che sa di vittoria, per come è arrivato e per come i giocatori hanno saputo reagire ad una ferita che avrebbe spezzato le gambe a chiunque. Una prestazione, questa, che è solo il preludio di un’altra ancor più pazza. La settimana dopo gli azzurri andranno ad espugnare il Delle Alpi di Torino battendo la Juventus nel proprio stadio dopo 30 anni.

La zona Mazzarri: un marchio di fabbrica

Ogni storia d’amore, si sa, ha una sua conclusione. Ciò che resta è l’euforia di un ricordo indelebile impresso nel cuore. Quello di Mazzarri non è il Napoli più vincente di sempre, ma sicuramente uno dei più belli, pazzi e imprevedibili. L’impronta che seppe dare il tecnico alla squadra fu quella di una mentalità vincente, uomini che non mollano. Cambiò radicalmente lo spirito del club che – da quel momento in poi – scalò le gerarchie di una Serie A in cui le corazzate del Nord si imponevano su quelle del Sud.

Agatha Christie diceva: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Ed ecco spiegato come il gol del pareggio di Denis con il Milan, dopo l’esordio con rimonta al Bologna e la vittoria seguente ai danni della Fiorentina entrambe nei minuti finali suggella la prova schiacciante che quel Napoli non moriva mai. Tutto il golfo ha ancora in mente il rocambolesco pareggio per 3-3 contro il Cagliari con gol di Bogliacino al 96′, oppure la vittoria sul Bari per 3-2 con la firma di Quagliarella all’88’.

Momenti, questi, che hanno permesso al Napoli di ritornare finalmente in Europa e di non uscirne più ancora oggi. Undici anni di fila nelle competizioni Europee, mai nessuna squadra italiana c’era riuscita. Molti tendono a celebrare le vittorie attuali (ultima delle quali la vittoria in Coppa Italia ai danni della Juve), ma non bisogna mai dimenticare da dove e, soprattutto, come tutto ha avuto inizio.

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Antonio Del Prete

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