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La splendida partita di Mario Rui, il grande terzino che ha battuto le critiche

Mario Rui
Mario Rui era arrivato a Napoli nello scetticismo generale (che regna ancora in parte) ma ora è uno dei migliori terzini mancini in Europa

Quando Callejon segna il gol dell’1-0, gli si avvicina per dirlo chiaramente: devi stare con lo sguardo alto. Puoi farlo, perché hai qualità. Mario Rui ringrazia, quasi imbarazzato. Lo abbraccia, come fanno anche gli altri. Il suo assist è un cioccolatino da scartare, con un sinistro dolce e vellutato che l’inserimento dello spagnolo rende perfetto. Ma Mario Rui contro la Roma (e non solo) è stato tanto altro. Corsa, recuperi, palleggio, inserimenti. E ancora difesa, attacco, sostegno, raddoppi. Un giocatore che a Napoli era arrivato ancora incompleto, con un grosso infortunio sulle spalle, a tratti un po’ irrazionale nei modi di porsi in campo. E che invece adesso è diventato uno dei migliori terzini sinistri in Italia e in Europa.

La splendida partita di Mario Rui, il grande terzino che ha battuto le critiche

Arrivato come rincalzo dopo una stagione drammatica (infortunio e spazi chiusi da Kolarov) proprio alla Roma, Mario Rui è stato accolto subito con grande scetticismo. Il Napoli aveva già il suo terzino mancino di alto livello, quel Faouzi Ghoulam che solo pochi anni fa battagliava con Marcelo per la palma del migliore di Europa. Poi la maledetta sera di Napoli-Manchester City che ha tolto certezze all’algerino. Mario Rui ci è già passato, sa come reagire. Il suo compito non è più quello di dare fiato o fare da tappabuchi, bensì di diventare il padrone di quella fascia.

L’altezza forse è un handicap, il ritmo anche, la mancata profondità pure. Le caratteristiche sono diverse, l’eleganza e il carattere anche. Ma il portoghese mostra una crescita esponenziale: si prende il posto in squadra, poi la Nazionale, infine i gol la stima di tutti gli allenatori, da Sarri a Gattuso passando per Ancelotti. Eppure, nonostante le gerarchie si siano invertite e le prestazioni parlino chiaramente, molti tifosi ancora sembrano apprezzare poco le gesta del terzino portoghese. Che a volte, un po’ pretenziosamente, diventa un meme per internet. Che, pressato dalle critiche, è stato spesso vicino all’addio. E che ora, invece, è un punto fermo di una squadra che sta cercando di ripartire ma della quale lui continua a far parte.

Mario Rui è diventato il grande terzino che sembrava destinato a essere dai tempi dell’Empoli. Lottando, sacrificandosi, sputando sangue e inghiottendo qualche boccone fin troppo pesante da digerire. L’intesa con Insigne certifica le sue qualità, con la fascia mancina del Napoli che non può essere il punto debole. Lo spintone di Koulibaly in PSG-Napoli è solo un ricordo, così come le tante ingiurie, le offese immeritate, la critica a tutti i costi. Al netto di qualche umano errore (ovvio), gli azzurri il grande terzino lo hanno già in casa. Qualcuno farà fatica a crederci ma la verità resta innegabile anche agli occhi di chi non vuol guardare.

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Claudio Agave

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