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Belli senza cinismo. Un problema atavico che non è stato ancora risolto

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Sin dall'era Benitez il Napoli ha impostato una manovra prettamente offensiva e dominante. Una squadra che attacca ma che pecca clamorosamente di cinismo

Gattuso non perde troppo tempo nell’affermare una grande verità durante le interviste post gara a Sky: “Sulla partita dico che produciamo molto ma concretizziamo poco. Devo arrabbiarmi con i miei calciatori: abbiamo avuto 7-8 palle gol e non siamo riusciti a segnare. Il Milan ha tirato in porta due volte e ha fatto due gol. Creiamo, arriviamo facilmente negli ultimi venti metri e sbagliamo ancora tanto. Dobbiamo migliorare”. L’ex tecnico del Milan è tutto tranne che uno sprovveduto e sembra aver compreso pienamente uno dei problemi atavici del Napoli degli ultimi anni.

Sin dall’era Benitez, infatti, il Napoli ha impostato una manovra prettamente offensiva e dominante. Una squadra che attacca, lo fa anche in maniera avvolgente. Un team che offre un gioco anche molto bello da vedere. Ma che però, nel momento decisivo, si perde sempre davanti alla mancanza di cinismo, come fosse uno scotto da pagare dinanzi alla bellezza del calcio ammirato finora.

Belli senza cinismo. Un problema atavico che non è stato ancora risolto

Anche contro il Milan (così come precedentemente e di recente era avvenuto, per esempio, contro la Roma o la Spal) il Napoli crea tanto, gioca bene ma poi certifica raramente il suo dominio con tanti gol. E spesso – come contro i rossoneri – arriva pure la beffa di subire reti nelle uniche occasioni degli avversari. Non è un caso che il Napoli stia cercando di risolvere questo problema cercando sul mercato un bomber vero. Perché – a dispetto dei numeri di uno strepitoso Mertens, incontestabili e leggendari – il Napoli il “bomber vero” non ce l’ha. Ne ha avuti, si chiamavano Edinson Cavani e Gonzalo Higuain. La mettevano dentro anche quando giocavano male. Oggi (e non solo) questo nel Napoli non avviene più. Perché chi avrebbe dovuto sostituirli, per caratteristiche o altri motivi, non è mai esploso come doveva.

Va però puntualizzato come la gestione di questo problema non sia solo da ricondurre alla mancanza di un uomo d’area di rigore che sappia prendere decisioni veloci e determinanti e che riesca a mantenere un senso della posizione da rapace. L’intero gioco del Napoli, infatti, prevede una finalizzazione spesso ritardata, dopo una manovra lunga e sfiancante per gli avversari ma anche stancante per i giocatori azzurri. Il gol, ovvero la sublimazione assoluta dell’intero gioco del calcio, arriva quindi a fatica. E non tutto si può ricondurre a pali e sfortuna ma anche a una certa mancanza di precisione. Che evidentemente, in contesti più alti e in partite più pesanti, rischia di pesare come un macigno.

Non sappiamo se la gestione Gattuso sarà in grado di risolvere questo problema (che, va specificato, non riguarda il numero dei gol ma la loro effettiva utilità nell’arco di un match in termini di punti). Di certo Gattuso, navigato ed esperto, si è reso conto della difficoltà. E farà di tutto per cercare almeno di limitarla. Sempre che questa bellezza senza cinismo non vada a consumare, per l’ennesima volta, una squadra divertente ma poco concreta.

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Claudio Agave

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