Fondi di investimento e calcio globalizzato. Ci siamo. È la punta di un iceberg: il pallone è un segmento sempre più interessante per i grandi investitori. Da un capo all’altro del pianeta. E arriva anche in Italia… Difatti, i club hanno dato il loro via libera alla creazione della media company, con conseguente ingresso dei fondi di private equity nella nuova società che verrà creata per la gestione dei diritti tv e commerciali. I 20 club hanno votato a favore all’unanimità.
Lega Serie A, svolta storica: c’è il via libera ai fondi di private equity
La dinamica si era innescata già tempo prima. Ma l’emergenza Covid-19 ha fatto da (ulteriore) detonatore. È così che i board di alcuni dei maggiori fondi di private equity internazionali, nel marzo scorso, si sono riuniti e hanno deciso di aprire un nuovo dossier: quello dei diritti tv del calcio europeo. E l’Italia, che segue in questa dinamica altri mercati più evoluti come quello inglese ad esempio, in questo momento appare però come il principale teatro della contesa. L’ingresso dei fondi private equity con un 10% nel capitale della media company della Lega italiana che si occuperà di produrre e distribuire tutti i propri contenuti per i prossimi 10 anni, è una soluzione ideata dal presidente Paolo Dal Pino ed è una svolta storica. Con l’obiettivo di “riportare il calcio italiano a essere il più bello e il più seguito al mondo”, l’ingresso di un partner cambierebbe la struttura della governance e ovviamente inciderebbe nella disponibilità finanziaria della Lega. Per questo si presenta come possibile soluzione al problema di come colmare la distanza tra la A e le leghe europee oggi più ricche e lungimiranti in campo finanziario.
Andrea Fiorentino
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