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Juventus, Van Gaal: “Pirlo era il migliore da giocatore, vedremo da allenatore. CR7 e Suarez alla Juve? Non bastano”

Dutch football manager Louis van Gaal is seen on the touchline ahead of the UEFA Champions League Group F football match between Manchester City and Feyenoord at the Etihad Stadium in Manchester, north west England, on November 21, 2017. / AFP PHOTO / Oli SCARFF (Photo credit should read OLI SCARFF/AFP via Getty Images)

In Italia per ricevere il premio Fair Play-Menarini, l’allenatore olandese si concede alla Gazzetta dello sport: “Suarez alla Juve? The best ma non difende e ha 33 anni. La sconfitta in Champions con Mourinho ha cambiato il mio modo di allenare”.

Juventus, Van Gaal: “Pirlo era il migliore da giocatore, vedremo da allenatore. CR7 e Suarez alla Juve? Non bastano”

“Pirlo alla Juventus? Il migliore da giocatore, ma non so come sarà da allenatore. Ce ne sono pochi di bravi giocatori diventati ottimi tecnici, anche perché purtroppo nella cultura latina lo spirito comune passa spesso in secondo piano. Suarez sarebbe un innesto positivo per la Juve? Il Barcellona con lui e Messi gioca in 9 contro 11 quando si difende. Individualmente è il migliore, ma non basta. Sta all’allenatore creargli il ruolo giusto, se andasse a Torino si azzererebbe tutto. Certo, però, ha 33 anni. CR7 non basta perché conta la squadra. Devi convincere tutti i giocatori di poter raggiungere certi traguardi, dunque devi convincere anche Ronaldo in funzione degli altri e non come singolo. La Juventus che ha battuto il mio Ajax ai rigori in finale di Champions League nel 1996 era più forte di questa perché ha vinto”. Su Antonio Conte dice che “è bravo a trasferire la sua filosofia di gioco, ma in partita è troppo emotivo. Restare freddi aiuta ad analizzare meglio il gioco, migliorerebbe la sua attitudine in campo, ma anche a me talvolta è successo”; affascinato da Gasperini e la sua Atalanta, ripercorre la semifinale di Champions del 2010, che valse poi il Triplete all’Inter di Mou: “Noi avevamo dominato (Van Gaal allenava il Barcellona, ndr), l’Inter ha superato la metà campo cinque volte e ha vinto con Milito. Ero molto arrabbiato perché Mourinho era stato il mio assistente e bruciava ancora di più, ma è stato un learning moment, un momento in cui ho imparato tantissimo. Dopo quel match ho cambiato modo di allenare, ho capito che qualche volta si può anche aspettare e gestire il gioco. E ho vinto ancora”, conclude.

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