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Parma, Liverani: “Qui per stupire. Obiettivo salvezza, sarà l’anno di Inglese”

Liverani

LIVERANI PARMA – Fabio Liverani, allenatore del Parma, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”. La scelta di Parma, le ambizioni e gli obiettivi dei ducali prossimi avversari del Napoli:

“Il motivo della scelta è sicuramente il d.s. Carli. E poi l’organizzazione: avere un centro sportivo di livello mondiale è fondamentale. E la qualità della rosa sulla quale posso lavorare è di ottimo livello: si può competere per la salvezza e lottare ad armi pari con tutti. E magari, alla fine, arriva anche qualcosa di più.

Riduzione del budget, linea giovane. Molti allenatori si sarebbero tirati indietro, lei invece ha detto di sì: perché?
Non credo che ci sia un ridimensionamento. Ci sono da mettere dentro giocatori di prospettiva mantenendo un’ossatura importante. Si possono fare quelle 2-3 cessioni, come fanno anche le altre squadre ma questo non vuol dire ridimensionare. Significa riprogettare per poi andare avanti e mantenere il livello attuale che è buono per una realtà come Parma.

Che cosa l’ha colpita di Parma in questi primi giorni?
L’organizzazione. Si curano i minimi dettagli e, specialmente per una squadra che deve lottare per non retrocedere, credo sia un aspetto importante. Nello stesso tempo c’è voglia di stupire. I proprietari hanno dato un messaggio, ma loro sono i primi tifosi e sono convinto che se ci saranno da fare dei sacrifici, da qui a fine mercato, li faranno. Quest’anno è un mercato particolare. È vero che c’è quest’obiettivo, ma è anche vero che da altre parti non c’è tutta questa liquidità, dunque il progetto di vendere o di abbassare l’età media si può spostare anche alla prossima stagione. L’input che ho dalla proprietà non è quello di svendere, ma di vendere: dunque, se non arrivano offerte adeguate alla qualità dei calciatori, non siamo un club che deve svendere.

Alla gente che cosa si sente di promettere?
Quello che prometto sempre: lavorare per il bene della società e della città. Ho dei principi, ho un certo tipo di calcio da proporre. È evidente che per poterlo fare ci vuole del tempo. Le idee devono essere condivise da tutto l’ambiente sapendo che ci potranno essere delle difficoltà”.

Che tipo di calcio cercherà di proporre?
A prescindere dai numeri, che contano poco, sono importanti i principi di gioco: una squadra equilibrata, che sa sfruttare i calciatori e li mette nelle condizioni migliori.

Lei passa per essere offensivista: modificherà qualcosa o proseguirà su questa strada?

La stagione di Lecce ha detto questo. Per poter dare un’etichetta a un allenatore o a un giocatore servono degli anni e io, nel tempo, credo di non essere stato un allenatore ultra-offensivo, così come non sono mai stato ultra-difensivo. I numeri delle mie squadre sono sempre stati equilibrati, tranne l’anno scorso. Ma con il Lecce la difficoltà principale è stata determinata dal fatto che non potevamo spendere per tutti i reparti e si è deciso di intervenire di più sul settore offensivo, sapendo che dietro avremmo avuto qualche pecca.

Prima il risultato o prima il bel gioco?

Non esiste l’uno senza l’altro. Poi magari ci sono momenti, nelle partite o nella stagione, dove si può essere un po’ più belli e altri dove si capisce di essere più brutti e però si cerca di portare a casa il risultato.

L’obiettivo è la salvezza: è un traguardo che si può raggiungere inseguendo la bellezza?

Noi vogliamo provare a fare un certo tipo di calcio. Ma questo non significa che non potremo vincere le partite 1-0, magari soffrendo e divertendoci poco, oppure non potremo perdere delle partite giocando bene. Dovremo raggiungere velocemente la quota salvezza e poi vedremo cosa si potrà fare.

Come vorrebbe che fosse il suo Parma?

Io vorrei un Parma con un’identità, che va in campo sapendo cosa fare: sa quando deve stringere i denti, sa quando deve giocare. Vogliamo raggiungere il più velocemente possibile l’equilibrio tra fase difensiva e offensiva.

C’è un calciatore che è curioso di vedere all’opera?

Sono curioso di vedere giocatori che hanno fatto meno anche per problemi fisici. Su tutti, credo che sia l’anno della rivalsa calcistica per Inglese.

Alla fine della stagione sarebbe contento se…?

“Se avessimo raggiunto il nostro obiettivo principale che è la salvezza e magari aver valorizzato qualche giocatore”.

Giovanni Maria Varriale

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