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Coronavirus, Ippolito: “A Natale e Capodanno da evitare viaggi e grandi riunioni familiari. Rischio terza ondata altissimo”

“Prima di tutto dobbiamo ancora capire se si sta raffreddando la seconda ondata. Ma a gennaio dovremo comunque fare attenzione alla terza. Successe anche con la Spagnola (l’influenza che uccise decine di milioni di persone nel mondo; la prima delle pandemie del XX secolo che coinvolgono il virus dell’influenza H1N1, ndr), e le ondate furono tre. E dobbiamo evitare a Natale e a Capodanno di commettere gli stessi errori dell’estate”.

Coronavirus, Ippolito: “A Natale e Capodanno da evitare viaggi e grandi riunioni familiari. Rischio terza ondata altissimo”

A lanciare l’allarme è Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma e componente del Comitato tecnico scientifico. “Entro primavera – aggiunge in un’intervista al quotidiano Il Messaggero – partirà l’operazione per proteggere gli italiani con i vaccini, arriveranno i monoclonali. Ecco, non possiamo essere imprudenti: proprio all’inizio dell’anno prossimo potremo iniziare a controllare la pandemia”. Per Ippolito “è indubbio” che a gennaio e febbraio si rischia una terza ondata: “A Natale e Capodanno dobbiamo mantenere misure di contenimento dell’epidemia, dobbiamo evitare viaggi, feste e grandi riunioni familiari. Si tratta di un sacrificio, ma pensiamo che a Natale 2021 potremo tornare a festeggiare. I benefici di vaccini, anticorpi monoclonali e nuovi farmaci, li vedremo già in primavera. Io però concordo con Fauci: per tornare alla normalità, servirà tutto il 2021”. Sulla possibilità che la terza ondata coincida con il picco dell’influenza, “è possibile, però i dati che ci arrivano dal Sud America, penso all’Argentina, sono incoraggianti: le cautele che stiamo usando contro il coronavirus, come le mascherine, hanno ridotto drasticamente anche la diffusione dell’influenza. Il sistema dei medici di famiglia va profondamente riorganizzato. C’è chi ha 1.500 pazienti e quando può visitarli a casa in un momento come questo in cui i casi di febbre sono tanti? Certi studi sono piccoli e pieni di gente, come si garantisce la sicurezza? Dobbiamo ripensare il sistema della medicina di base”.

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