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Covid-19, l’intervista a Guerra: scuole, festività e vaccini

Coronavirus

Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’OMS e membro del Comitato Tecnico Scientifico rilascia un’interessante intervista a La Repubblica circa lo stato attuale del Covid-19 nel nostro Paese. Guerra si sofferma sul tema vaccino, sulle festività natalizie, inevitabilmente toccate dalle restrizioni anti contagio. Infine, si esprime sulle scuole, facendo leva su una più bassa probabilità di contagio e di diffusione del virus tra i bambini al di sotto dei 10 anni.

Covid-19, l’intervista a Guerra: scuole, festività e vaccini

Sui vaccini. <<Quando saranno registrati dalle agenzie regolatorie li chiameremo così e avremo accesso anche ai dati di sperimentazione. Fino a quel momento sono solo candidati vaccini>>.

Circa il dato dei decessi in Italia: <<I morti di oggi sono il riflessi dei contagi di dieci giorni fa. Ci vorrà tempo prima che il loro numero cali. Poi potremo iniziare a parlare di riapertura. Ma con cautela, dopo l’esperienza del passato. Se avremo una terza ondata o vari piccoli marosi dipenderà da noi. Sui decessi siamo quasi al livello della primavera, ma a fronte di contagi molto più numerosi. Quindi sì, la letalità è nettamente diminuita. Sappiamo trattare meglio i malati anche se non abbiamo una cura decisiva>>.

Per il Natale possiamo sperare in una curva dei contagi in calo?

<<Il massaggio resta chiaro, Natale con i tuoi e capodanno pure. Non possiamo sacrificare ancora una volta i risultati ottenuti con sangue, sudore e lacrime>>.

Sulla mutazione D614G che ha reso il virus più contagioso. <<E’ stata probabilmente la causa della violenza della seconda ondata. Il coronavirus mutato si trasmette a una rapidità che ci lascia attoniti. La mutazione a febbraio si stava affacciando in Italia. Ora è diventata prevalente proprio perché offre al virus un vantaggio competitivo, con la sua velocità di propagazione>>.

Sulla possibile terza ondata: <<Tra la prima e la seconda ondata abbiamo migliorato gli ospedali e la raccolta dei dati. Manca da rafforzare l’aspetto della medicina territoriale>>.

Scuole?<<Non mi pare che siano state travolte. Ci stiamo rendendo conto che i ragazzi sopra ai 10 anni si contagiano e contagiano in modo sensibile gli adulti, ma al di sotto di quell’età la trasmissione è ridotta.. Fino alle elementari bisogna sforzarsi di tenere aperte le aule. Per i più grandi non basta mettere in sicurezza le scuole. Bisogna farlo anche per quel che avviene prima dell’ingresso e dopo l’uscita>>.

Emiliana Gervetti

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