“Sicuramente è un momento triste per chi, come noi, ha avuto la fortuna di crescere con Maradona. Ho parlato per venti minuti di lui alla squadra, è giusto sapessero chi fosse”. Roberto De Zerbi, che quella maglia l’ha indossata, ha parlato del campione argentino che ha dato non solo al calcio il suo contributo.
Sassuolo, De Zerbi su Maradona: “Ho parlato per venti minuti di Diego alla squadra. Giusto che sapessero chi era”
“Io avevo il suo poster in camera – continua l’ex trequartista bresciano, oggi tra i tecnici più apprezzati della nostra serie A -, mi sono innamorato del calcio grazie a lui e ho provato a spiegare ai miei calciatori che faceva la differenza anche a livello umano. L’ho stimato anche come persona. La vita privata è appunto privata, ognuno deve rispettarla e nessuno è autorizzato a giudicarla. Ma lui è andato oltre, ci ha sempre messo la faccia e ha sempre avuto ragione, dalla guerra alla Fifa passando per altre cose per le quali si è speso. Si è sempre messo dalla parte dei più deboli, con il Napoli contro le forze del Nord, con l’Argentina contro l’Inghilterra: è un valore che rende questa persona speciale. Di Maradona ho sempre apprezzato una cosa – conclude -: faceva il calciatore ma portava con sé la sua infanzia, la sua tradizione, la sua povertà. Rappresentava il tifoso, al di là dell’aspetto economico. Sapeva emozionare anche con una parola, che fosse nato in Argentina o a Napoli, suscitava emozioni solo a vederlo. Ora si parla di Maradona come un pessimo esempio, ma lo ha pagato sulla sua pelle essendo sempre coerente”.
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