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Politano, il jolly offensivo rigenerato da Gattuso e dagli intrecci del destino

Politano
Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Politano, il jolly offensivo rigenerato da Gattuso e dagli intrecci del destino. Nel Napoli è tornato giocatore decisivo

“È bravo ma é piccoletto, non lo vedi?”. Così Bruno Conti, all’epoca scout della Roma, parlava di Matteo Politano. Magari in quel “piccoletto” tutto sinistro, estro e velocità, si sarà anche un po’ rivisto. Il viaggio di Matteo parte quindi da Trigoria dove arriva all’età di undici anni, un sogno per uno come lui, romano e romanista.

Politano, il jolly offensivo rigenerato da Gattuso e dagli intrecci del destino

A Roma vincerà a livello giovanile e nonostante poi le strade prenderanno destinazioni diverse, incontrerà figure importanti che lo aiuteranno a formarsi tecnicamente e caratterialmente. Su tutti Stramaccioni, che per lui ha sempre speso belle parole sia dal punto di vista tecnico che da quello umano. “Ha un’incredibile personalità abbinata ad umiltà e spirito di sacrificio. Lui viene dalla periferia di Roma e non ha mai perso quella fame che ti permette di arrivare. Ha una grande famiglia alle spalle che lo ha sempre supportato”. Sarà poi proprio la Roma che lo ha cresciuto a non credere in lui, mandandolo a farsi le ossa prima a Perugia poi a Pescara.

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In entrambe le piazze il ragazzo si impone, diventando un titolare inamovibile e mostrando grandi doti tecnico-tattiche. È stato sempre costretto a rincorrere, si è affermato ovunque pur partendo dietro nelle gerarchie. La gavetta è servita, Matteo è pronto e il rendimento offerto a Sassuolo ne è la più chiara dimostrazione. Arriverà proprio con i neroverdi il suo primo gol in Serie A proprio contro la Roma, in un rocambolesco 2-2 all’Olimpico lo stadio in cui sognava di giocare da bambino. Scherzi del destino. L’exploit di Sassuolo gli apre le porte della Nazionale e le attenzioni delle big del nostro campionato.

La spunterà l’Inter, dove Spalletti stravede per lui e per la sua capacità di spaziare su tutto il fronte offensivo. L’anno dopo sotto la gestione Conte non trova spazio ed é necessario cambiare aria. Matteo non si spaventa, è uno che non ha mai avuto il posto garantito ma se lo é sempre guadagnato a suon di prestazioni. Sembra fatta con la Roma ma poi, dopo la querelle Spinazzola, firma con il Napoli.

Proprio il Napoli a cui era stato vicinissimo nel 2018 gli dà l’occasione di rilanciarsi. Ennesimo intreccio del destino. l’esterno romano sa saltare l’uomo e allo stesso tempo essere prezioso in fase di ripiegamento. Giocatore polivalente, capace di offrire diverse soluzioni utili alla squadra anche a gara in corso. Parte alto a destra ma può giocare su entrambe le fasce come anche dietro la punta. Un jolly per il Napoli, rigenerato dalla cura Gattuso che lo ha fatto sempre sentire importante. Matteo lo ha ringraziato con un ottimo rendimento condito anche da gol decisivi come quello di San Sebastián contro la Real Sociedad o come quello alla Roma.

Quest’ultimo proprio nel giorno di Maradona, il suo più grande idolo di cui aveva il poster in camera. Nella gara in ricordo di Diego al San Paolo, si rende protagonista di una serpentina che ricorda quando da piccolo Matteo sognava di essere come lui. Estro e fantasia nel segnare un gol meraviglioso che chiude la partita guarda caso proprio contro la “sua” Roma. Neanche a dirlo, scherzi del destino.

Lorenzo Cascini

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