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Serie A e Var a chiamata, Rocchi: “Può essere una soluzione. Arbitri ai microfoni? Solo per chiarire”

Rocchi

L’ex fischietto fiorentino, oggi rappresentante degli arbitri in casa FIGC, in un’intervista ai microfoni di Radio Rai, ha affrontato un argomento caldo in queste settimane: si è detto possibilista sull’introduzione dell’eventualità per le squadre di chiedere l’ausilio della tecnologia al direttore di gara.

Serie A e Var a chiamata, Rocchi: “Può essere una soluzione. Arbitri ai microfoni? Solo per chiarire”

“Il compito principale dell’arbitro è tutelare la salute dei calciatori, cioè essere molto severi da questo punto di vista visto che tanti interventi possono mettere a repentaglio la carriera dei giocatori. Bisogna essere severi. Maresca? Se prendiamo la partita di Roma ci sono state molte decisioni prese correttamente dall’arbitro, il problema è che quando non c’è una decisione corretta si trascina tutto nella negatività. La giornata è stata positiva. Io voglio far passare che non è che se uno sbaglia un gol clamoroso sbaglia un gol diventa un brocco, un arbitro se sbaglia una decisione non diventa scarso. Se sbaglia ha due finalità: fare da scuola ai suoi colleghi e non farlo sbagliare più. Il tecnico romanista Fonseca è una persona disponibilissima come tutta la squadra, mi ha fatto piacere incontrarlo. Nel secondo tempo ha protestato per delle decisioni meno sbagliate che pensava. Affrontare l’arbitro a fine primo tempo può portare a delle conseguenze, come l’allenatore sotto stress anche l’arbitro è sotto stress e quindi Maresca l’ha espulso. Puoi trovare uno più comprensivo o uno meno che estrae il cartellino rosso. Potrei girare la stessa considerazione all’arbitro ricordandogli che davanti ha un professionista stressato. Var? Sto studiando su questa cosa. Il discorso del VAR è molto importante. Se si pensa che la VAR porti a zero l’errore è un fallimento. Se penso che tutti gli episodi siano corretti dal VAR sbaglio, se l’obiettivo è ridurre drasticamente gli errori (gol in fuorigioco, ad esempio) oggi la VAR è un successo straordinario. Qual è l’obiettivo della VAR? Ridurre gli errori? Sì, allora è un successo. Perché rimarrà sempre un margine di errore, che è quello della soggettività, che porterà a discussioni. Dovrebbe arrivare dalla prossima stagione. Ci sarà nei playoff. Aiuterà moltissimo gli arbitri di B. La risposta può essere complessa. Il cambiamento delle regole è sempre un momento di difficoltà per gli arbitri. Più cambi ci sono più rischi di adattamento ci sono. Negli ultimi anni hanno quasi semplificato il nostro lavoro. Il continuo modificare delle regole può portare ad una fatica degli arbitri ad adattarsi. Quest’anno stanno facendo bene nell’applicare le nuove norme. Dialogo arbitri-giornalisti? Potrebbe essere un’idea. Non è un problema da questo punto di vista, gli arbitri non sono contro. Bisogna capire se è opportuno lasciare l’arbitro parlare senza alimentare le polemiche. Io posso commettere un errore ma voglio spiegare perché l’ho commesso.” Sulla possibilità di “allungare” la carriera degli arbitri. “Si potrebbe fare, dove ci sono delle regole bisogna comunque rispettarle. Abbiamo il limite dei 45 anni, io sono arrivato quasi a 47 perché ho ricevuto una deroga ulteriore, il problema non deve essere quelli che lasciano ma quelli che arrivano. Ci deve essere un ricambio giusto. Gli arbitri giovani che non hanno esperienza devono avere l’opportunità di sbagliare”.

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