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Quagliarella: “Maradona era la massima espressione del calcio, domenica sarà una grande emozione”

Quagliarella esulta

MARADONA QUAGLIARELLA – Essere il primo capitano avversario dello stadio Maradona sarà una grande emozione per Fabio Quagliarella, lui che è napoletano d’origine e grande ammiratore del Pibe de Oro. “Sarà un privilegio e una grande fortuna, da napoletano, anche se le emozioni si vivranno tutte sul momento”. L’attaccante della Sampdoria ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport nella quale ha raccontato cosa ha significato l’argentino per lui e per il mondo del calcio.

Quagliarella su Maradona: “Era di un’umiltà pazzesca, noi dovremmo stare zitti per l’eternità”

“Per noi napoletani d’Italia e del mondo è tutto. In queste settimane ho letto e sentito tante cose su Diego. Ciò che più mi ha affascinato è stato leggere i racconti di chi è stato a contatto con lui e gli ha giocato al fianco. Era un buono, che ti aiutava sempre in campo e fuori. […] Lui era la massima espressione di questo sport”.

Il blucerchiato racconta di quella volta in cui insieme al papà è andato all’ex San Paolo per vedere Maradona:

“Ma arrivato allo stadio, scopriamo dalle formazioni che Maradona non gioca. Ci rimasi male. Non ho avuto la fortuna di vederlo giocare dal vivo, però a me piace capire cos’era lui in campo e nello spogliatoio. Penso alle immagini di quell’amichevole su un campo infangato (ad Acerra, gennaio 1985, n.d.r.), che volle giocare per aiutare un bambino malato, andando contro il volere della società. Un’umiltà pazzesca: se penso che oggi, sono il primo ad ammetterlo, mi lamento se il campo ha una mezza buca, e poi vedo quelle immagini… dovremmo stare zitti per l’eternità”.

Serena Grande

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