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Natale 2020, CdS: nuovo DPCM in arrivo, la stretta nazionale è una scelta obbligata

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Il governo prende due giorni, 48 ore di tempo per capire in maniera definitiva quali saranno le mosse e le misure scelte per arginare la terza ondata di Covid-19. Il paese non vuole sbagliare e abbassare la guardia e si prevede da parte del Governo una nuova stretta nazionale per la Vigilia di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Ciò che sicuramente non verrà sacrificato sono i servizi essenziali. La seconda via potrebbe essere una grande zona arancione che riguarderà l’intero stivale: con negozio ed esercizi commerciali aperti ma ristoranti chiusi. Si parla di coprifuoco anticipato alle 18 o alle 20. Tutto ciò potrebbe essere oggetto del nuovo Dpcm.

Natale ai tempi del Covid-19, verso il nuovo Dpcm: i tre scenari possibili

Il grande interrogativo di questi giorni, di tutti gli italiani è il seguente: a Natale saremo zona rossa o arancione? Il Corriere dello Sport prova ad elaborare la prossima mossa dell’esecutivo:

“Si lavora su tre scenari: l’Italia in zona rossa con un lockdown di fatto da Natale a Capodanno (o addirittura fino all’Epifania): chiusure di tutti gli esercizi tranne quelli essenziali, riduzione ulteriore della possibilità di circolazione, coprifuoco anticipato; l’Italia in zona arancione con un lockdown soft che prevede negozi aperti ma bar e ristoranti chiusi; una zona arancione rinforzata con chiusura dei negozi, dei bar e dei ristoranti nei festivi e nei prefestivi e regole meno rigide negli altri giorni. In un documento presentato al governo per giustificare la necessità di una nuova stretta il Comitato Tecnico Scientifico sollecita norme più rigide per fermare gli assembramenti con le regole delle zone rosse nelle date del 24-27 dicembre, 31 dicembre-3 gennaio, 5-6 gennaio. Il compromesso che potrebbe raggiungere l’esecutivo è quello di prevedere una zona arancione nazionale dal 20 dicembre al 6 gennaio e una zona rossa nei festivi e nei prefestivi”.

Il timore di proteste e il terrificante dato sui decessi

Conte teme proteste e invita alla prudenza, tenendo in considerazione che i dati sono confortanti ma tutt’altro che innoqui. Il calo è troppo lento e non si può rischiare. Il tasso di positività è sostanzialmente stabile da tre settimane e anche la curva delle terapie intensive fa una discesa molto lenta. Il dato dei morti è sempre allucinante.

Emiliana Gervetti

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