“Siamo felici e ben lieti di annunciarvi la bella notizia della liberazione dei pescatori di Mazzara del Vallo dalla Libia. Ma sono stati rapiti per tre mesi, non c’era bisogno di fare pagliacciate o sceneggiate da parte del Governo”. Così esordisce il governatore campano nella consueta diretta del venerdì.
Coronavirus Campania, De Luca: “Felici della liberazione dei pescatori di Mazzara del Vallo, ma non c’era bisogno di pagliacciate. Le deroghe sono indegne… Il nostro miracolo l’abbiamo fatto con le nostre forze”
De Luca poi affronta l’argomento “chiusure natalizie e decreto ristori”. “Le mezze misure non sono mai buone, dibattiti allucinanti su trecento deroghe, che sono prese in giro. Indegne. Poi si fa il dibattito sull’umanità e sulla generosità, sull’assistenza agli anziani e quant’altro. Qua si fanno dei discorsi assurdi. Sul pranzo di Natale, sull’umanità, su quante persone possono o non possono partecipare al cenone. Ma bisogna dire in maniera brutalmente chiara che questi eventi possono farci andare in contro ad un’altra disfatta di terapie intensive.” Sulla scuola. “Qualcuno è in grado di garantirci che avremo le coperture necessarie per il prossimo 7 gennaio? No. Ma si continua a ripetere la litania di quando ma non come si riaprirà. Noi seguiremo la nostra linea: massimo rigore per poi riaprire tutti. E per sempre”. E continua. “Faremo ordinanze per bloccare spostamenti durante le feste natalizie tra comuni sotto i 5mila abitanti. Bloccheremo il consumo di alcolici all’esterno dei locali. In questo quadro è decisivo il senso di responsabilità di ogni cittadino, la misura unica per far fronte al virus. A Natale e Capodanno dobbiamo ospitare i vecchi abbandonati? Che sono abbandonati per undici mesi l’anno, ma ora se ne ricordano. Ma così si dà prova di irresponsabilità, altro che umanità: è chiaro che farebbe piacere a tutti stare raccolti in famiglia, ma dobbiamo dire in maniera bruta che questo significa aprire le porte delle terapie intensive e alla morte delle persone anziane. Altro che umanità”. Sulla Campania. “Abbiamo retto l’onda di contagio quando abbiamo rimescolato le carte della società italiana, abbiamo retto. Oggi siamo scomparsi dai titoloni dei giornali. Non perché abbiamo aderito alle zone e alle contro-zone. Perché abbiamo filtrato e contenuto il virus con responsabilità. Queste misure ci hanno consentito di salvarci, ad oggi.” E continua: “Ribadisco che abbiamo combattuto a mani nude, abbiamo un tasso di contagio al 6%, abbiamo nelle terapie intensive numeri molto più bassi di regioni come Lazio, Veneto e Lombardia, e da molti giorni non registriamo ricoveri. Il Veneto è da sempre zona gialla, oggi ha il triplo delle terapie intensive della Campania, ad esempio, per evidenziare le cialtronerie della divisione in zone. Auguri ai cittadini veneti. Noi rimaniamo l’unica regione che non ha mandato allo sbaraglio i propri cittadini, abbiamo il tasso di mortalità più basso d’Italia. E la campagna di sciacallaggio che hanno fatto nei nostri confronti si è conclusa nel ridicolo…”. Poi si complimenta con “il dottor Giuseppe Tortoriello, nostra eccellenza campana e nazionale per il suo nuovo incarico alla presidenza otorinolaringoiatra italiana”. “Cercheremo di avere dei vaccini per il prossimo 27 dicembre, dato che vogliono fare questa campagna simbolica di vaccinazioni in quel giorno. Non sarà un compito banale, occorre preparare gli spazi adatti con generalità di quelli pronti al vaccino, poi sale e somministrazione per evitare effetti collaterali indesiderati. Il 12 gennaio abbiamo fissato una sorta di esercitazione generale in tutta la Campania, dobbiamo operare alla tedesca, militarmente per la somministrazione, l’attesa e il trasporto eluso entro le due ore dello scongelamento dei vaccini. Saremo una macchina perfetta…”. Sui fondi europei. “Metteremo in piedi un fronte meridionale per evitare un furto di decine di milioni di euro nei confronti del Mezzogiorno. Bisogna dare una mano al precariato, ai fondi perduti, alle percentuali che andranno ribaltate per dare una significativa mano al sud anziché al nord”. E conclude. “Seguiamo il messaggio del Papa: meno consumismo più raccoglimento nelle famiglie. Bisogna essere responsabili. La tentazione è forte, bisogna capire che anche un momento di calore, comprensibile, si rischia di ripartire con il contagio a metà gennaio e di complicare il quadro attuale visto anche il picco delle influenze. Facciamoci gli auguri al telefono, salutiamoci da lontano, avremo poi tempo di vivere altri momenti di calore familiare”.
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