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Coronavirus, Gimbe: “Pochi vaccini, indispensabile rivalutare piano di gestione della pandemia”

Vaccini

La Fondazione nel monitoraggio della settimana 16-22 dicembre: “I dati confermano che la frenata del contagio è sempre meno evidente, sbiadiscono gli effetti delle misure restrittive”. Sul vaccino: ci sono “accordi per oltre 202 milioni di dosi, ma disponibilità certe ci sono solo per 10 milioni entro marzo e 22,8 milioni per giugno”. Pesano le incertezze sull’impatto della variante inglese.

Coronavirus, Gimbe: “Pochi vaccini, indispensabile rivalutare piano di gestione della pandemia”

“Sbiadiscono gli effetti delle misure restrittive, pochi vaccini in cascina, e incertezze sull’impatto della variante inglese. È indispensabile rivalutare il piano di gestione della pandemia”. Per quanto riguarda i vaccini, la Fondazione sottolinea che in Italia sono stati presi “accordi per oltre 202 milioni di dosi, ma disponibilità certe ci sono solo per 10 milioni entro marzo e 22,8 milioni per giugno. Considerando il progressivo esaurimento degli effetti delle misure di contenimento e il possibile impatto della variante inglese”, la Fondazione Gimbe “ritiene indispensabile rivalutare il piano di gestione della pandemia”. “I dati di questa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – confermano che la frenata del contagio è sempre meno evidente, come documentato dalla stabilizzazione dei rapporti positivi/casi testati e positivi/tamponi totali, dalla modesta riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali (5,7% vs 6,4%) e dalla lieve flessione dei nuovi casi settimanali (-5,6%). Al di là del potenziamento delle misure restrittive per il periodo di Natale – continua il Presidente – due fattori influenzeranno nei prossimi mesi l’evoluzione della pandemia nel nostro Paese: l’avvio della campagna vaccinale e la diffusione della variante Uk recentemente isolata”. “Al momento – spiega Cartabellotta – è possibile solo fare previsioni di massima rispetto al raggiungimento di una copertura vaccinale del 60-70% della popolazione”.

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